Il direttore di Ticinowine: "L’estate 2018 potrebbe passare alla storia come quella in cui il vino è stato demonizzato"
BALERNA - In un momento di festa come la vendemmia e mentre a Lugano è in pieno svolgimento “Lugano città del gusto”, il direttore di Ticinowine condivide l’appello del giornalista francese Jacques Dupont in difesa del vino.
L’estate 2018 potrebbe passare alla storia come quella in cui il vino è stato demonizzato. Non è passata settimana senza la pubblicazione di nuove ricerche che accusano la bevanda di bacco di ogni nefandezza, con un susseguirsi di attacchi degni dei tempi del proibizionismo. Tutto ciò che la ricerca in passato ha sempre sostenuto, che un bicchiere di vino a pasto fa bene, è stato spazzato via con un colpo di spugna.
Poco importa che questi studi riportassero percentuali che rientrano nella fascia d’errore prevista nelle statistiche o arrivassero al punto di contraddirsi a vicenda. Dopo carne e cioccolato, questa volta la furia salutista si è abbattuta sul vino.
Operatori e appassionati, non accettando questo clima da caccia alle streghe, hanno deciso di far sentire la propria voce. Una delle più autorevoli voci levatesi a difesa del vino è quella di Jacques Dupont, giornalista e critico francese di fama internazionale, che ha lanciato un vero e proprio appello a difesa del mondo vitivinicolo.
A far eco alle parole di Dupont in Ticino ci ha pensato l’associazione di settore Ticinowine che, attraverso le parole del suo direttore Andrea Conconi, ha ricordato che da anni le interprofessioni di categoria, e chi ama il vino, hanno sempre divulgato il pensiero di un consumo moderato e consapevole.
“Il consumo d’alcol, vino, birra, distillati, ecc., nel 2016 è stato il più basso dal dopoguerra. Questo risultato è dovuto non a proclami funesti, ma a cambiamenti comportamentali e presa di coscienza da parte delle persone”, afferma il direttore Conconi.
Qualità al posto di quantità è stato anche uno dei messaggi chiave lanciati da Oscar Farinetti in una sua recente uscita luganese. Il patron di Eataly, colosso mondiale delle eccellenze enogastronomiche italiane, ha disegnato un futuro in cui dovremmo “spendere qualcosa in più per scegliere prodotti sani e di qualità, diminuendo la quantità di quello che mangiamo e gli sprechi, con un effetto neutro sul nostro portafoglio, ma positivo sulla nostra salute”.
Ma il vino non è soltanto convivialità e piaceri della tavola. Quando assaporiamo un bicchiere di vino, scopriamo la filosofia dell’enologo, la cultura di un luogo e la sua storia. La coltura della vite ha marchiato in maniera indelebile anche il nostro Cantone, non solo limitando l’avanzamento dei boschi e lottando contro le erosioni del terreno, ma generando posti di lavoro e indotto economico, senza dimenticare la creazione di paesaggi bellissimi.
Proprio in questi giorni, si calcola che circa 20'000 persone siano coinvolte in Ticino in quella grande festa collettiva chiamata vendemmia.
“Non lasciamo che i sensazionalismi distruggano tutto questo, aiutateci a difendere un consumo responsabile e di qualità del vino: ne va anche della nostra libertà di cittadini e del nostro essere in grado di pensare ciascuno con la propria testa” conclude il direttore di Ticinowine.