LUGANO - Il dottor Gianfranco Bolognini commenta con parole severe l’ultima sentenza sul caso Sogevalor. “Ho vissuto intensamente la vicenda in quanto medico curante di uno degli imputati assolti. Sono quindi stato partecipe di tutto il suo travaglio psicologico durante i quindici anni dell’iter giudiziario”, scrive in una lettera pubblicata su LaRegione.
“Il disagio interiore della persona colpita durante i lunghi anni di estenuante attesa ha condizionato in modo determinante il suo equilibrio psico-fisico, tanto da vedermi costretto a segnalare la preoccupante situazione alla procuratrice responsabile dell’inchiesta, invitandola a prenderne atto e ad accelerare i tempi (…).
Era infatti mia ferma convinzione che la situazione di estenuante lungaggine procedurale rappresentasse una vera e propria tortura che avrebbe sfibrato qualunque persona anche di forte fibra e che quindi la giustizia dovesse assolutamente assumersi le proprie responsabilità (allora erano già passati sette anni dall’inizio delle indagini, l’assoluzione sarebbe arrivata otto anni dopo!).
Le mie sollecitazioni rimasero lettera morta, le peripezie purtroppo continuarono e l’assoluzione arrivò alcuni giorni fa… dopo quindici anni!
Ora finalmente giustizia è stata fatta anche se molti lati oscuri permangono. Mi chiedo infatti come mai il “grande assente”, come fu definito dall’allora Giudice Zali (Pier Paolo Matteuzzi. Ndr), da tutti ritenuto il vero responsabile del crac Sogevalor fuggito in Italia appena iniziate le pratiche istruttorie non sia più stato menzionato nel corso degli atti procedurali, come pure mi chiedo come mai l’enorme disparità di risarcimento tra i personaggi assolti.
Come cittadino mi resta comunque un forte amaro in bocca: da quanto so da amici giuristi perfino in paesi a noi vicini, spesso criticati, non sarebbero successe cose simili (…).
Il tutto evidentemente non fa onore alla nostra magistratura!”