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Cronaca
16.11.2019 - 09:030

Venezia sott'acqua. Quanto contano i cambiamenti climatici? Binaghi: "Poco, il problema è un altro". E su Greta Thunberg...

Intervista all' ex meteorologo della RSI sulla critica situazione della città lagunare e sul mutamento del Pianeta. "Non bisogna perdere tempo, urge una soluzione a livello mondiale"

TICINO/VENEZIA –  Venezia è invasa dall'acqua. Quella che sta per concludersi è stata una settimana record nella città lagunare. Un'alluvione simile si era registrata solo nel 1966, quando il livello di acqua alta si è assestato sui 194 centimetri. Le cifre di questi giorni, però, non sono distanti: nella notte tra martedì e mercoledì ampie zone della città sono state invase dall'acqua raggiungendo un massimo di 187 centimetri.

Il fenomeno dell' "acqua alta" – che viene considerato tale quando il livello del mare supera gli 80 centimetri – è una problematica sempre esistita a Venezia. A preoccupare, però, sono i dati dell'ultimo decennio. Tra il 2009 e il 2019 si sono verificati ben 76 casi contro i solo 30 casi avvenuti tra il 1870 e il 1949.

A fronte di questi eventi, di questi tempi, la domanda sorge spontanea: di chi è la colpa? E soprattutto quanto contano i cambiamenti climatici tanto cari a Greta Thunberg? Lo abbiamo chiesto a Piernando Binaghi, storico volto della meteo della RSI. 

"Io – afferma a Liberatv – non credo che a Venezia l'acqua si sia alzata a causa dei cambiamenti climatici. Venezia ha già di per sé un fenomeno di subsidenza, cioè un lento e progressivo sprofondamento del fondo marino. Un fenomeno che si può rilevare, per esempio, guardando certi dipinti del Canaletto in cui si vede il livello del mare sensibilmente più basso rispetto a quello di oggi. Sono piuttosto convinto che l'acqua alta di questi giorni sia dovuto a un fenomeno più vasto dei cambiamenti climatici e che debba suscitare in tutti gli esseri umani non solo l'interesse, ma anche l'azione a voler mettere mano a un certo modo di vivere nel nostro pianeta".

E perché, allora, in Italia sono parecchi quelli che indicano il mutamento climatico come causa principale della situazione di Venezia? "Perché – risponde Binaghi – è una situazione che incide sulla nostra sensibilità. Ma quando parliamo di cambiamenti climatici non parliamo solo dello scioglimento dei ghiacciai, quanto proprio dell'aumento di volume dell'acqua in relazione alla temperatura stessa. Una situazione preoccupante...".

Cosa fare allora? "Non bisogna perdere tempo. Ne abbiamo perso a sufficienza. Devono emergere delle soluzioni a livello mondiale a danno di chi vuole ostinarsi a inquinare un ambiente che è di tutti e che, soprattutto, apparterrà a chi verrà dopo di noi. Tante persone non capiscono che cambiare l'atteggiamento nei confronti del pianeta è un'opportunità di sviluppo, perché di questo parliamo. Penso in particolare al mondo dell'automotive visto che anche il tema della mobilità sostenibile è uno su cui andrebbero fatte delle serie riflessioni". Per l'ex meteorologo della RSI non ci sono dubbi: "Si è messo in moto un cambiamento del pianeta che bisogna assolutamente invertire. Negarlo sarebbe pazzesco. Ma finché non remiamo tutti remiamo dalla stessa parte è dura cambiare le cose".

Concludiamo la piacevole chiacchierata con Binaghi domandandogli cosa ne pensa di Greta Thunberg, la giovane attivista svedese. "Devo dire la verità: non mi piace. Il motivo? Mette le generazioni una contro l'altra, ma non capisce che se oggi è in questa posizione è perché qualcuno le ha permesso di starci. Non dice nulla di nuovo. Semplicemente è stata usata come simbolo. Ripete concetti che vengono detti da anni e anni. Non è certo lei a scoprire che il mondo sta cambiando". 

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