ULTIME NOTIZIE News
Cronaca
23.04.2022 - 16:000
Aggiornamento: 27.04.2022 - 09:40

L’esodo dei 7mila frontalieri della Valchiavenna. "In Svizzera guadagno il triplo"

Piange l’economia locale: “Siamo destinati a morire. Il modello svizzero va copiato. Altrimenti, qui si fa dura”

CHIAVENNA – “Io lavoro in una vetreria a St.Moritz. Sapete quanto guadagno? Il triplo rispetto a quando facevo il cameriere in Italia. Se trovassi un lavoro vicino a casa che mi permette di mantenere quattro figli e pagare il mutuo è chiaro che tornerei, ma il divario è troppo alto”. Davide, 38 anni, è un frontaliere della Valchiavenna e ogni giorno varca il confine per lavorare e assicurare un futuro ai propri figli. “In Italia – aggiunge – prendevo 1’600 per fare il cameriere. Non arrivavo a fine mese”.

La sua voce è la stessa di tutti gli oltre seimila frontalieri della Valchiavenna. “In Svizzera si guadagna il triplo, è normale che poi manca il personale dall’altra parte del confine”. La situazione “è drammatica. Albergatori e ristoratori non riescono a coprire il fabbisogno”, confida al Corriere della Sera il sindaco di Chiavenna Luca Della Bitta.

In Valchiavenna, il 30% delle imprese cerca manodopera, ma non si trova. Il motivo lo spiega il titolare di una ditta di arredamenti. “Io posso offrire fino a 3mila euro a un falegname con esperienza. In Svizzera ne prenderebbe almeno 4’500. Il Paese è destinato a svuotarsi e il tessuto economico a morire”.

“La verità – aggiunge un ristoratore – è che dovremmo copiare il modello svizzero. Servono degli sgravi fiscali per le aziende. Altrimenti, qui si fa dura”.

Potrebbe interessarti anche
Tags
svizzera
valchiavenna
guadagno
chiavenna
frontalieri
fa dura
svizzero
modello svizzero
fa
modello
News e approfondimenti Ticino
© 2023 , All rights reserved