A rischio la fornitura idrica in un’area tra Ferrara, Ravenna e Rovigo, in cui 750 mila persone la utilizzano per usi domestici e le coltivazioni
FERRARA - Il cosiddetto cuneo salino del Po avanza giorno dopo giorno e ha già superato i 30 chilometri dal delta. Ciò significa che, a causa della drammatica siccità delle ultime settimane, l’acqua del mare è risalita lungo il fiume penetrando nella pianura padana: di dieci chilometri in soli dieci giorni. Questi livelli d’ingresso di acqua salmastra erano già stati toccati in passato, anche due anni fa. “Ma prima avveniva a fine estate, ora invece siamo solo all’inizio: quando la stagione irrigua è appena iniziata e andiamo incontro a mesi interi senza precipitazioni”, ha spiegato Meuccio Berselli, segretario dell’Autorità di bacino del Po.
Ieri Berselli ha presieduto la decima riunione dell’Osservatorio Permanente sugli utilizzi idrici lungo il fiume e ha lanciato un nuovo grido di allarme. Anche perché gli interventi concordati nelle precedenti sessioni per fronteggiare l’emergenza, scrive il Corriere della Sera, non sono stati rispettati: “I prelievi a fini irrigui non sono stati effettuati nella misura del 20% come stabilito, ma addirittura sono aumentati del 10%”. Livelli che se fossero stati osservati avrebbero consentito alle precipitazioni degli ultimi due giorni di contrastare leggermente l’ingresso di acqua salmastra.
Infatti, in assenza di piogge, per contrastare l’avanzata del cuneo salino l’unico sistema è limitare i consumi a fini agricoli: “Se non sosteniamo una portata dignitosa nella parte finale del fiume — afferma Berselli — è a rischio la fornitura idrica in un’area tra Ferrara, Ravenna e Rovigo, in cui 750 mila persone la utilizzano per usi domestici attraverso il potabilizzatore. L’avanzata dell’acqua salmastra potrebbe poi bruciare intere coltivazioni, mentre noi rischiamo di essere pure sanzionati dall’Ue che ci chiede interventi di mitigazione del danno”.