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07.09.2022 - 08:190
Aggiornamento: 12.09.2022 - 18:07

Tragedia sotto la Capanna Scaletta, il legale della polisportiva: “Quella via non se la sono inventata”

Fa discutere la scelta degli accompagnatori della comitiva di intraprendere il sentiero più impervio per la discesa al Pian Geirétt. Ma l’avvocato sottolinea “Il percorso era ben noto, non sono partiti all’avventura”. Ancora gravi i due 14enni feriti

BLENIO - Fa discutere, pur senza polemiche evidenti, considerato il momento di lutto, la decisione degli accompagnatori dei giovani della Virtus Bisuschio di imboccare il sentiero più impervio per scendere dalla capanna Scaletta al Pian Geirètt, uno dei punti di partenza per le escursioni all’Altopiano della Greina. Proprio scendendo da quel sentiero, domenica scorsa verso mezzogiorno, Karim il 14 enne varesino che si trovava in gita con i suoi compagni di calcio, è morto precipitando dopo un volo di un centinaio di metri (LEGGI QUI) e travolgendo un suo coetaneo che lo precedeva. 

Il legale che assiste la società polisportiva varesina Maurizio Montalbetti, intervistato da La Regione, spiega che una piccola parte del gruppo, composto da una ventina di persone tra giovani e accompagnatori, aveva scelto il percorso non ufficiale perché più veloce anche se più impervio. Ma il percorso era ben noto agli accompagnatori, e tutti i ragazzi svolgevano attività sportiva ed erano in grado di compierlo. A confermarlo le parole del legale: “Non sono partiti all’avventura. Non era la prima volta che la società organizzava una gita in quel posto, conosciuto bene dai responsabili del soggiorno - sottolinea il legale Montalbetti a La Regione - Tra parrocchia e gruppo sportivo, la comunità di Bisuschio è infatti legata a Campo Blenio”.

E sulla scelta criticabile dei responsabili dice: “Sono tutti giovani che hanno deciso d’investire il loro tempo a favore di coetanei e ragazzi di minore età. Dopo questa tragedia sono spaesati, scioccati e secondo me, al di là della ricerca di un colpevole vero e proprio, sono loro stessi vittime. È un momento difficile per tutti”. 

Montalbetti ha anche contribuito a ricostruire la dinamica dei fatti di quel tragico pomeriggio. “Arrivati in capanna dopo aver camminato in salita lungo il sentiero ufficiale, una volta lasciato il rifugio la comitiva si è divisa: una parte ha scelto di scendere dal percorso intrapreso in precedenza, mentre un gruppo più minuto – accompagnato da alcuni responsabili – si è incamminato lungo la traccia non ufficiale, più impervia e che permette di accorciare di circa mezz’ora il percorso che porta al Pian Geirètt”.                        Un percorso che il presidente del Club alpino svizzero sezione Ticino, Giovanni Galli, ha definito pericoloso pur non essendo particolarmente tecnico. Il 14enne Karim è inciampato precipitando nel dirupo per un centinaio di metri. Cadendo ha travolto un coetaneo che lo precedeva, anch’egli della polisportiva e pure residente in provincia di Varese. In loro soccorso è intervenuto un terzo coetaneo del Mendrisiotto, che non apparteneva alla comitiva lombarda e si trovava su posto con la madre; ha cercato di soccorrere i due ragazzi, ma è precipitato a sua volta”. 


I due 14enne feriti versano ancora in gravi condizioni; ricoverati all’Ospedale Civico di Lugano, la loro prognosi resta riservata.

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