POLITICA E POTERE
Il Consiglio Federale dà ragione all'Italia: "Giusto l'adesivo "CH" sulle auto"
Il Governo risponde a una mozione di Lorenzo Quadri che chiedeva una modifica della Convenzione di Vienne per evitare le multe a chi si reca oltre confine senza il contrassegno

BERNA/LUGANO - Quando andate all'estero con l'auto non dimenticate di apporre il contrassegno "CH" sul retro: se verrete multati, peggio per voi. Il Consiglio federale infatti, rispondendo picche ad una mozione del consigliere nazionale Lorenzo Quadri (Lega/TI), non intende promuovere una modifica della Convenzione di Vienna sulla circolazione stradale del 1968 per permettere ai veicoli immatricolati nella Confederazione di fare a meno dell'autocollante.

Secondo Quadri, gli automobilisti provenienti dalla Svizzera che viaggiano all'estero sono oggetto di "contravvenzioni pretestuose e discriminatorie" quando il veicolo è sprovvisto dell'adesivo in questione. Ciò accadrebbe soprattutto in Italia, Paese che applicherebbe per Quadri la Convenzione di Vienna con eccesso di zelo e "chiari intenti discriminatori".

Tuttavia, stando alla risposta del Governo, l'Italia non fa che applicare la Convenzione in questione. In effetti, la bandiera svizzera riprodotta sulla targhe elvetiche, affiancata da quella cantonale, non basta, poiché lo scudo rossocrociato dovrebbe apparire anche sulla targa anteriore, e non solo posteriore come ora.

Per questo motivo, vista la situazione attuale, il Consiglio federale giudica che l'applicazione dell'adesivo "CH" si giustifichi e che non sia opportuno sostenere un adeguamento della normativa internazionale attuale. L'Esecutivo raccomanda quindi di respingere la mozione del consigliere nazionale leghista.

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