L'ex sindaco spiega i motivi che lo hanno spinto a lasciare il Municipio: "Ho visto morire due amici ed ex colleghi, Bignasca e Cansani, e a un certo punto devi riflettere sulla vita"
LUGANO – “Ho preso la decisione di dimettermi il 12 agosto, il giorno del compleanno di mia moglie Iva. Per farle un regalo. E lei è felicissima”. Ma Giorgio Giudici ha tenuto pubblicamente segreto il suo “regalo” alla moglie fino al mezzogiorno di oggi, quando ha comunicato ai suoi colleghi di Municipio la decisione di lasciare.
Una decisione, Giorgio Giudici, che ha sorpreso tutti...
“Non è la prima volta che riesco a sorprendere…. Comunque, trentacinque anni fa sono entrato in Municipio e ora esco. Nulla di drammatico. Ho dietro di me un subentrante che stimo, Michele Bertini, un giovane che avrà la possibilità di esprimersi nell’Esecutivo dando il suo contributo. Per cui sono tranquillo anche da questo punto di vista”.
Ma perché lasciare proprio ora, pochi mesi dopo la rielezione?
“Ho visto morire Giuliano Bignasca e Giovanni Cansani, due colleghi ed amici… Di fronte a queste cose, a un certo punto, devi fare anche una riflessione sulla vita. Penso di aver dato tanto a questa Città, per cui mi sento legittimato a decidere liberamente della mia vita, come e quando voglio, senza condizionamenti. D’altra parte, sono sempre stato un battitore libero”.
E poi c’è quel ruolo di vicesindaco che non faceva tanto per lei…
“Certo, la mia natura è quella di trascinare e quindi il numero due si attaglia meno alla mia personalità. Però, lealmente ho dato in questi mesi il mio contributo nel ruolo che mi è stato assegnato dagli elettori e dai colleghi”.
Cosa risponde a chi dice che lei se ne va da sconfitto?
“Chi dice che me sono andato da sconfitto è gente incapace di giudicare… la solita becera superficialità che ho dovuto sopportare per troppo tempo come politico. Non mi sento affatto sconfitto. La sconfitta in politica é non essere rieletto, io invece sono fiero di aver fatto un risultato elettorale eccezionale”.
E a chi l’accusa di andarsene in un momento difficile per Lugano?
“È vero, me ne vado in un momento delicato, ma non per codardia, e sono certo che i colleghi saranno capaci di risolvere i problemi della Città. Anche quelli profondi, se ve ne sono. Ora dovranno lavorare insieme per contenere le spese, il vero problema è che tutti i dicasteri devono comprimere i propri costi, tutti, nessuno escluso”.
Si riferisce alla cultura della sua collega Giovanna Masoni?
“Dico solo tutti, nessuno escluso. Altrimenti i conti non tornano. Anche se le risorse a Lugano ci sono ancora e la situazione finanziaria non è grave e profonda come viene descritta”.
Il presidente del PLR Rocco Cattaneo la vorrebbe come “consigliere politico”...
“Se Rocco ha bisogno di me io ci sono perché è una persona che stimo”.
emmebi