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28.11.2013 - 07:450
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Ticino a 23 comuni, Dadò spara a zero: "È una boiata pazzesca!"

il capogruppo PPD cannoneggia il Piano delle aggregazioni che prevede di ridisegnare la geografia del Ticino entro il 2020: "Non si realizzerà mai, né tra 6 né tra 60 anni!"

BELLINZONA - "Quella proposta è una boiata pazzesca: una cosa che non sta né in cielo e né in terra". Fiorenzo Dadò parla a titolo personale, ma come è suo costume, quando si esprime su un tema, il capogruppo PPD non lascia spazio ad interpretazioni.

A Dadò, il Piano delle aggregazioni del Consiglio di Stato, che propone di ridisegnare in sei anni, entro il 2020, la geografia del Ticino in 23 comuni, dagli attuali 135, non piace neanche un po'. Anzi, lo irrita parecchio: "Invece che preoccuparsi di risolvere i problemi concreti delle persone e delle comunità, il Governo impiega un'infinità di tempo e di risorse per proporre mastodontici progetti irrealizzabili! Bene a sapersi, significa che c'è ancora parecchio spazio su cui risparmiare, altro che alzare imposte e tasse".

Il deputato PPD, sta ancora analizzando nel dettaglio, le oltre 300 pagine della proposta, ma il problema fondamentale, è già focalizzato: "Il progetto è costruito su un concetto amministrativo e burocratico, manca invece completamente la parte fondamentale, quella democratica, che riguarda la vita stessa della comunità. I comuni, come dice la parola stessa, sono comunità di persone, che hanno una storia, delle sensibilità, un'anima, un motivo intrinseco per stare assieme…Non si tratta semplicemente di pezzi amministrativi che si possono montare e smontare a piacimento. Le aggregazioni si fanno soprattutto dove c'è un problema demografico e anche sociale di conduzione della Cosa pubblica, e soprattutto dove la gente lo chiede e lo vuole! In tutti i casi questi progetti  devono tener conto della nostra piccola realtà e dei suoi equilibri. Una città di 90 mila abitanti come quella prospettata, in America appare minuscola, da noi è sproporzionata, direi assolutamente da evitare perché creerà solo problemi. Capisco però che questo progetto possa piacere ai socialisti e in particolare al loro Consigliere di Stato, che subito ha esultato.".   

Perché, chiediamo: "Perché Bertoli aveva parlato di un progetto molto più drastico e Ghisletta con il suo sindacato, ha lanciato un'iniziativa.  Inutile girarci attorno: per qualcuno questa"aggregazionite" nasconde un disegno evidente, cioè il tentativo di svuotare di significato il concetto stesso di comunità, così che  a prevalere sia l'Istituzione guidata da pochi burocrati, un po' come è avvenuto in certi regimi! È lo Stato che cala le  decisioni dall'alto sui cittadini e tutto dipende dalla volontà di mamma Stato. Questa è la morte della comunità, intesa come motore pulsante del convivere civile. Noi, invece, siamo per la sussidiarietà, per l'associazionismo  e per il primato del cittadino nella vita comunitaria che si esprime soprattutto attraverso il volontariato e la partecipazione. È questo che va valorizzato, incentivato e che deve continuare ad essere, appunto, il motore pulsante del Comune e del suo funzionamento. I socialisti, dunque, non pensino di incentivare simili modelli costosi e fallimentari in Ticino. Se qualcuno ha nostalgia, piuttosto, gli paghiamo un biglietto per trasferirsi in quei paesi che funzionano così", commenta sarcastico Dadò.  

Bertoli si sarà anche schierato pubblicamente a favore della riforma, ma si tratta di un progetto "spinto" e condiviso da tutto il Governo. Tanto che a presentarlo in conferenza stampa, oltre al titolare del dossier Norman Gobbi, c'era anche il presidente del Consiglio di Stato, il "suo" ministro Paolo Beltraminelli. Quindi? "È vero -. risponde Dadò - è un progetto di tutto il Governo, ma da quanto ho capito, sia Beltraminelli, che come presidente si prende giustamente le sue responsabilità e non ha paura a metter fuori la faccia, sia Gobbi, hanno più che altro voluto aprire il dibattito e lanciare una discussione, che magari può portare anche a qualche nota positiva. In ogni caso, secondo me, poco cambia: questo progetto, così come è, non si realizzerà mai, né tra 6 né tra 60 anni!".

AELLE

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