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14.03.2014 - 10:360
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Padroncini, Widmer Schlumpf gela il Ticino: no all'abolizione delle notifiche online. Savoia: "Ora il Governo tiri fuori le palle"

La ministra dice no alla richiesta votata quasi all'unanimità dal Gran Consiglio: non si può fare un eccezione per il Ticino. Il coordinatore dei Verdi: "Subito blocco dei ristorni". Saverio Lurati: "Sì può fare eccome: basta volerlo"

BERNA/BELLINZONA - Nei rapporti tra il Canton Ticino e la Confederazione il destino sembra sempre volerci mettere uno zampino maligno, beffardo. Anche quando gli incontri, come nel caso di quello avvenuto ieri, sembrano disegnare orizzonti positivi, c'è sempre qualcosa che stona. Una piccola grande doccia gelata. A volte sembra proprio che la sfortuna giochi contro, facendo intrecciare e coincidere date e temi caldi. 

E così, mentre ieri raccontavamo dell'ottimismo ticinese per la significativa, seppur timida, apertura di Eveline Widmer Schlumpf ad accogliere la richiesta del nostro Cantone di denunciare l'accordo sui frontalieri qualora le trattative con l'Italia non producessero risultati concreti entro maggio; ecco, mentre segnavamo mezzo punto su questo fronte, sul dossier padroncini ci veniva servita la pillola amara: per la Consigliera Federale l'abolizione delle notifiche online non è una soluzione praticabile.

Lo schiaffo

Benché la questione sia stata solo sfiorata nel corso della riunione tra la ministra, la Deputazione ticinese alle camere e il presidente del Consiglio di Stato Paolo Beltraminelli, lo schiaffo è comunque arrivato. Uno schiaffo, va sottolineato,  al netto di progressi sul fronte del pagamento dell'IVA per i lavori sotto i 10'000 franchi, oggi i padroncini sono esentati, e su una contro proposta che tra poco vedremo. Ma è chiaro che un "niet" di questo tipo, soprattutto all'indomani della decisione del Gran Consiglio praticamente all'unanimità a favore dell'abolizione della notifica online, pesa e irrita parecchio. È un "no" molto pesante perché i padroncini compilano il modulo per notificarsi sul sito della SECO: quindi se la Confederazione non filtra in qualche modo il modulo, impedendo di notificarsi su internet per lavorare in Ticino, la misura non può essere implementata in modo efficace.       

Il racconto di Fabio Regazzi

Widmer Schlumpf, ci spiega il presidente della Deputazione Fabio Regazzi, ha ribadito una posizione già nota. Secondo la Confederazione, aggiunge il Consigliere Nazionale, non si possono fare eccezioni fra i Cantoni, concedendo al Ticino la sola notifica cartacea e agli altri no. Una posizione, quella della Consigliera Federale, già espressa dall'Ufficio delle migrazioni prima del voto del Parlamento ticinese: secondo i funzionari bernesi l'abolizione della notifica online sarebbe in contraddizione con la liberalizzazione delle prestazioni di servizio prevista dall’Accordo sulla libera circolazione delle persone. E una deroga speciale al Ticino creerebbe delle disuguaglianze tra un cantone e l’altro con effetti discriminatori. 

Regazzi aggiunge tuttavia che la Consigliera Federale non si è limitata a dire di no. Ha infatti annunciato una modifica della procedura di notifica che introduca l'obbligo per i padroncini di inserire la partita IVA. In questo modo questi lavoratori saranno più facilmente controllabili sia per le nostre autorità sia per il fisco italiano. 

Savoia: "Il Consiglio di Stato tiri fuori le palle"

Fin qui le spiegazioni di quanto avvenuto ieri a Berna. E ora passiamo alle reazioni in Ticino, in particolare dei due deputati, Sergio Savoia e Saverio Lurati, autori delle mozioni che chiedevano l'abolizione delle notifiche online, approvate questa settimana dal Gran Consiglio 

"C'è una decisione praticamente unanime del Gran Consiglio e dunque per quanto mi riguarda non c'è tanto da discutere", esordisce Sergio Savoia. "Registriamo ancora una volta il solito atteggiamento della signora Widmer Schlumpf che pensa che il Ticino sia una provincia da governare nei ritagli di tempo e non un Cantone sovrano. È evidente che la Consigliera Federale non ha capito proprio niente di quel che succede in Ticino ormai da anni. Quindi dobbiamo semplicemente pretendere che la ministra esegua la volontà espressa dal Parlamento ticinese".

"Tocca al Consiglio di Stato - prosegue il coordinatore dei Verdi - far in modo che questo avvenga. Quindi che tirino fuori le palle e facciano rispettare le decisioni del Ticino, senza genuflettersi come hanno fatto alcuni ministri nel tragicomico incontro di Agno. Credo che adesso non ci debbano essere più dubbi sul blocco dei ristorni: il Governo lo faccia subito così a Berna la capiscono una volta e per tutte. Devo purtroppo constatare che eravamo stati buoni profeti, io e i miei colleghi che hanno firmato la richiesta di blocco immediato. Come, sentendo le argomentazioni di Widmner Schlumpf per il "no" all'abolizione delle notifiche online, mi pare evidente che la nostra richiesta di Ticino a Statuto Speciale sia quanto mai attuale. Perché noi, al contrario di quel che vuole la Consigliera Federale, desideriamo proprio delle regole su base cantonale e regionale. Perché il problema dei padroncini che c'è in Ticino non è lo stesso che c'è a Zurigo o Basilea. Quindi, magari in altri cantoni va bene la notifica online, ma in Ticino non possiamo permettere agli italiani di venire a lavorare nel nostro Cantone con un paio di click, mentre noi per andare a lavorare in Italia dobbiamo affrontare sei mesi di pratiche burocratiche. Quindi, avanti tutta con lo Statuto Speciale: dispiace che in Ticino alcuni partiti non abbiano capito subito che questa è la soluzione, ma non è mai troppo tardi...".

Lurati: "Se si vuole si può fare"

Anche il presidente del PS Saverio Lurati è contrariato per il "niet" di Widmer Schlumpf: "Credo l'abolizione delle notifiche online - dice - sia una soluzione praticabile, basta avere la volontà di metterla in pratica. Evidentemente bisogna fare un po' uno sforzo di fantasia. Ci sia appella sempre alle leggi, che vanno rispettate, ci mancherebbe. Ma le leggi si possono essere anche cambiare o interpretare". 

"Alla fine - aggiunge Lurati - è una misura semplice da adottare: basta che la Seco "spenga" il sito per il Ticino e il gioco e fatto. Punto e basta. Se la signora Widfmer Schlumpf e il Consiglio di Stato continueranno a dire che non si può fare, cosa le devo dire, saranno contenti i ticinesi...Io dico: cominciamo a farlo, e poi vediamo cosa succede. Non possiamo continuare a stare fermi".

AELLE

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