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27.05.2014 - 16:210
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Expo, la soluzione Dadò: "Votare non ha senso: annulliamo il credito e ritiriamoci"

Il capogruppo PPD boccia la proposta salva Expo del Consiglio di Stato: "Se vogliono facciano da soli ma sarebbe inopportuno: ci sono 12'000 firme". E attacca la Cancelleria: "Questo pasticcio un caso di mala gestione amministrativa"

BELLINZONA - La proposta salva Expo sottoposta questa mattina dal Consiglio di Stato ai referendisti e alla Commissione della Gestione, sta suscitando un vero e proprio vespaio di polemiche. La mossa del Governo viene duramente criticata da tutti i partiti, compresi quelli che avevano dato il loro assenso al credito di 3 milioni e mezzo contro cui la Lega ha lanciato la raccolta firme. Ma Fiorenzo Dadò fa un passo avanti e indica la sua ricetta per risolvere la questione. "La Commissione della Gestione - dice il capogruppo PPD a Liberatv - è contraria alla proposta del Governo che anch'io ritengo fuori luogo. A questo punto dico: siccome il Consiglio di Stato non ha nessun bisogno di chiedere l'autorizzazione per mettere in atto la sua ricetta, se crede davvero in quanto proposto, lo metta in pratica senza consultare nessuno. Anche se secondo me sarebbe decisamente inopportuno viste le 12'000 firme raccolte dai referendisti. E quindi, a questo punto la soluzione può essere solo una: annulliamo il credito votato dal Gran Consiglio e scriviamo alla Confederazione che il Ticino si chiama fuori. Votare a settembre, infatti, non ha nessun senso. Prima di tutto perché il credito votato dal Parlamento è stato completamente stravolto e dunque si voterebbe su una cosa diversa. E secondariamente perché non faremmo più a tempo a rispettare gli accordi, se attendiamo la votazione. Quindi, chiudiamola qui". Dadò non si ferma a questa considerazione e tiene a fare alcune precisazioni importanti: "Nel giugno del 2013 i dati per realizzare il messaggio erano già a disposizione. Perché si è atteso tutto questo tempo per confezionare la proposta e sottoporla al Gran Consiglio? Contrariamente a quanto afferma Attilio Bignasca, il Delegato per Expo Luigi Pedrazzini non ha nessuna colpa. La responsabilità di questo enorme pasticcio è esclusivamente della Cancelleria dello Stato" Per il capogruppo PPD quanto accaduto rappresenta "un nuovo caso mala gestione da parte dell'amministrazione pubblica, in particolare del settore più a contatto con il Consiglio di Stato". Infine, Dadò, fa una domanda: "Qual è la posizione di Zali e Gobbi rispetto alla proposta di questa mattina del Consiglio di Stato? Io sono stufo di questi giochetti. Da una parte il partito di maggioranza relativa raccoglie 12'000 firme con un referendum, dall'altra i suoi ministri, a quanto sembra, sostengono proposte che mirano a circuire la volontà popolare". AELLE
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