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Politica e Potere
26.06.2014 - 18:400
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Anteprima Popolo e Libertà, anche il PPD tuona contro la Lega: “I caroselli si fanno in strada, non in Gran Consiglio”

L’attacco alla Lega apre le fila e vede aggiungersi il Ppd al fuoco incrociato, con un approfondimento del settimanale di partito in uscita domani

BELLINZONA – “I caroselli si fanno in strada, non in Gran Consiglio”. L’abbandono del Parlamento lunedì da parte della Lega continua a tener banco e a suscitare veementi reazioni. Dopo il PLR, che inforcando il bazooka ha aperto oggi il proprio settimanale scagliandosi contro i “pagliacci di maggioranza relativa”, sarà la volta del PPD che affida in anteprima a Liberatv il proprio affondo contro la Lega in uscita domani su Popolo e Libertà.

“Mia cara Lega, ma dove vai?”

I toni saranno forse più pacati rispetto a quelli liberali, dal bazooka, si passa insomma allo stiletto, ma la portata e i contenuti della stoccata pipidina rimangono gli stessi: il partito a maggioranza relativa ha voltato le spalle, di nuovo, dimostrando di esser il movimento della “piroetta” e dell’urlo, più che delle soluzioni.
“Mia cara Lega, ma dove vai?”, chiedono i pipidini, sottolineando che proprio questa è la domanda che “il cittadino medio, quello che ormai più di tre anni fa ha consegnato la maggioranza al partito che fu del Nano, si potrebbe porre”.

“I cittadini – continua l’articolo – hanno consegnato a Caverzasio e compagni la responsabilità le sorti - o comunque gran parte di queste - e loro, mancando di rispetto un po’ a tutti hanno voltato le spalle. Se ne sono andati. In politica la parola d’ordine dovrebbe essere responsabilità, aspetto che, evidentemente, a qualcuno troppo spesso manca”.

E allora, aggiungono, “non ci domandiamo il perché dell’immobilismo che ha regnato sovrano in questi tre anni di legislatura. Fare sparate, urlare allo scandalo è, purtroppo, più facile che tentare di ideare dei correttivi per risolvere quelli che sono i problemi del nostro Cantone. La maggioranza relativa in Gran Consiglio dovrebbe portare a dei fatti, a delle soluzioni concrete per risolverequelli che sono i problemi che attanagliano il nostro Ticino, non a “colpi di teatro” che lasciano il tempo che trovano”.

L’editoriale del vicepresidente Agustoni

Proprio sui “colpi di teatro” leghisti si concentra anche l’editoriale, sempre contenuto nel numero di Popolo e Libertà in uscita domani, del vicepresidente cantonale del PPD Maurizio Agustoni, secondo cui usare “un’espressione così gravida di significato per descrivere l’atteggiamento del Consiglio di Stato sul dossier Expo2015 è avvilente”.
Ancor più avvilente, aggiunge, “che sia stata pronunciata con tanta grottesca leggerezza, tentando di ridurre il dibattito parlamentare a un futile giochicchio tra adolescenti smaniosi di fare i grandi”. E che a farlo sia stato il “rappresentante di un partito che dispone della maggioranza relativa in Consiglio di Stato e che ha quindi tutti gli strumenti per influire sull’attività dell’ente pubblico”.

L’avvilimento, rincara Agustoni tirando in ballo le discrepanze tra la Lega e i propri ministri, “raggiunge poi l’apice se si considera che la decisione che ha fatto gridare al “colpo di Stato” è stata condivisa da almeno uno dei Consiglieri di Stato leghisti (l’altro pare aver cambiato idea in corso d’opera). Piroette e voltamenti di marsina non sono una novità in casa Lega (ne abbiamo avuto un pregevole esempio in materia di sussidi di cassa malati), ma l’attribuzione di mire eversive a un proprio rappresentante riesce ancora a sorprendere”.

La teatrale piroetta leghista però per Agustoni è anche indicativa “di un certo, progressivo decadimento del dibattito politico in Ticino, del quale, è bene precisarlo, la Lega non è l’unica responsabile (e forse, almeno ultimamente, neppure la principale)”.
“In questi ultimi anni – chiosa Agustoni –, e soprattutto negli ultimi mesi, la politica ticinese ha (mal)concentrato i propri sforzi, e i propri litigi, su temi certamente dignitosi, ma tutto sommato marginali, soprattutto se raffrontati alle grandi sfide che attendono il nostro Cantone nel breve-medio termine. Nel frattempo i conti pubblici si stanno progressivamente deteriorando, vittime dell’irresponsabilità di chi continua a voler spendere soldi che non ci sono più. In questo scampolo di legislatura - e soprattutto in quella che inizierà nel 2015 - occorre recuperare serietà, equilibrio, senso della responsabilità e delle istituzioni”.

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