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Politica e Potere
07.09.2014 - 13:520
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

I Verdi in campo nella battaglia contro Expo: "Ticinesi, votate no"

Gli ecologisti sostengono il referendum lanciato dalla Lega, i compagnia di comunisti e UDC: "Andare a Milano è un'unitile avventura"

BELLINZONA - Si infoltisce la pattuglia dei contrari al credito per la partecipazione del Ticino all'Expo di Milano. Insieme alla Lega, che ha lanciato il referendum, il Partito Comunista e l'UDC, oggi scendo in campo ufficialmente anche I Verdi. "Gli aspetti altamente anti-ecologici del progetto milanese - si legge in una nota - e le modalità di realizzazione dell'Expo stessa sono totalmente in contrasto con gli ideali di salvaguardia dell'ambiente e di utilizzo intelligente delle risorse che dovrebbero caratterizzare l'operato politico, in particolare in tempi come questi, in cui si tagliano servizi importanti per i cittadini". "La partecipazione del nostro cantone - scrivono ancora i Verdi - a un'iniziativa caratterizzata da sospetti d'infiltrazioni mafiose, cementificazione selvaggia del territorio, spreco di denaro pubblico e decine di arresti di persone connesse con l’organizzazione, non può che suggerire immensa cautela. Oltre a ciò, la debolezza del progetto governativo di presenza ticinese all’EXPO, insieme al pasticciato iter del messaggio e alla completa mancanza di trasparenza che lo hanno accompagnato, rendono ancora meno appetibile l’idea di investire denaro pubblico – in una congiuntura caratterizzata dalle note difficoltà finanziarie dello stato – in quella che appare come un’inutile avventura". Sul piano cantonale i Verdi dicono invece sì all'iniziativa del PS "Aiutiamo le scuole comunali. Per il futuro dei nostri ragazzi", sempre in votazione il 28 settembre. "Per i Verdi si tratta di fare delle vere e proprie scelte politiche. Le risorse economiche a disposizione di chi governa non sono illimitate e perciò occorre scegliere dove e come investire i soldi dei cittadini. Per i Verdi è chiaro che investire nell'educazione dei bambini è una priorità assoluta. Più classi e meno strade", si legge nella nota. Indicazioni di voto scontate sul piano federale. Sì alla cassa malati unica e pubblica: "Checché ne dica il Consiglio federale, è un dato di fatto che il sistema attuale non sia il migliore possibile, e per una serie di motivi che sostanzialmente ruotano attorno alla concorrenza sfrenata di ben 61 casse malati, tutte intente ad accaparrarsi i cosiddetti "buoni rischi" (cioè assicurati giovani e sani), in una logica di breve periodo che non invoglia le casse a investire nella prevenzione. Il sistema con una cassa unica permetterà di risolvere un’incongruenza di fondo (si può anche definirla ingiustizia) del sistema attuale, con il quale gli assicurati pagano premi LAMal anche parecchio diversi fra loro per aver diritto a prestazioni che sono invece identiche per tutti. E finalmente darà voce in capitolo anche agli utenti, cioè i cittadini-pazienti che pagano i premi e beneficiano delle prestazioni assicurative". No, infine all'iniziativa di di Gastrosuisse che, citiamo dalla nota "chiede che il cibo che si mangia al ristorante (con l'IVA 8%) sia tassato come quello che si compra al supermercato e nei take-away (IVA 2,5%). Se l'iniziativa fosse adottata, farebbe diminuire le tasse per i ristoranti. Sembrerebbe una buona idea per un cantone turistico. In realtà ciò porterebbe meno soldi nelle casse dello Stato, causando delle perdite fiscali importanti. Il Consiglio federale ha calcolato che mancherebbero 750 milioni di franchi all'anno: soldi che servirebbero per questioni ben più importanti che andare al ristorante. Per questo motivo i Verdi sono contrari. Inoltre I Verdi avevano proposto di eliminare la discriminazione – invocata da Gastrosuisse per giustificare l'iniziativa – semplicemente aumentando l'IVA per i take-away e pareggiandola a quella dei ristoranti (entrambi all'8%). Una tale revisione avrebbe parificato take-away e ristoranti senza perdite fiscali per lo Stato. Tuttavia a Gastrosuisse questa proposta non è piaciuta, forse perché il suo scopo non è eliminare la discriminazione bensì favorire il settore della ristorazione abbassandogli l'IVA. Certamente il fatto che i take-away, avendo un'IVA più bassa, attualmente siano favoriti, è una questione che ai Verdi non piace, data la quantità di rifiuti che essi generano. Ma la problematica degli imballaggi va affrontata direttamente, non attraverso questa iniziativa e non intervenendo sull'imposta sui consumi".
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