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Politica e Potere
17.01.2015 - 16:040
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Luci e ombre sul LAC, mentre scoppia il caso della nomina della responsabile eventi un emissario coreano incontra il sindaco: "Siamo interessati a comprarlo"

La nuova event manager non ha i titoli richiesti dal bando, e un semplice permesso di dimora. I tre municipali leghisti premono per annullare il concorso. Intanto...

LUGANO - Non ha pluriennale esperienza, come chiedeva il bando di concorso, e nemmeno ha esperienza nell’ambito dell’acquisizione di eventi. Il francese non lo sa e il tedesco lo sta imparando. La sua scelta non rispetta dunque un altro punto rilevante del bando, che richiedeva esplicitamente la conoscenza di almeno due lingue nazionali.
In più, pur avendo lavorato negli ultimi anni per la Città di Lugano – assunta dal dicastero integrazione nel 2012 e passata poi l’anno scorso a quello dello sport come addetto stampa -, Claudia Burgarella, nominata prima di Natale dal Municipio responsabile acquisizione e gestione eventi al LAC, è cittadina italiana, beneficiaria di un permesso di dimora. Nemmeno di domicilio. Permesso B, insomma.
Eppure la commissione incaricata di selezionare i candidati per quel ruolo, formato dal direttore del LAC, Michel Gagnon, e da suoi tre collaboratori, non ha avuto dubbi: Burgarella è stata ritenuta la migliore tra le 142 persone che hanno partecipato al concorso.
Insomma, gli elementi di criticità in quella scelta non mancavano, ed è scoppiata la polemica. Anche perché, con questi chiari di luna, i cittadini si aspettano che gli enti pubblici diano la preferenza a candidati ticinesi, tanto più da un Municipio a maggioranza leghista, anche se il principio dovrebbe essere rispettato da tutte le forze politiche.
Forse presi dal preventivo 2015, i municipali di Lugano non hanno dato troppo peso alla cittadinanza della candidata e si sono fidati ciecamente del giudizio della  commissione, tanto che la nomina di Burgarella è stata decisa dal Municipio all’unanimità. Poi però è scoppiato il caso, sfociato ieri in una presa di posizione del gruppo leghista in Consiglio comunale. Nel frattempo, il sindaco Marco Borradori ha richiamato l’incarto e nella sua ultima seduta il Municipio è stato sul punto di annullare il concorso, opzione spinta soprattutto dai tre municipali leghisti. Alla fine si è deciso di attendere eventuali sviluppi del caso. Ma, sempre ieri, la vicesindaco Giovanna Masoni, responsabile politica del LAC, ha detto al Corriere del Ticino che quella nomina è confermata. Ma il caso non è chiuso e settimana prossima il Municipio tornerà a discuterlo. 

Intanto, sempre sul fronte del LAC, il sindaco di Lugano ha incontrato nei giorni scorsi un emissario dello stato della Corea del Dud – giunto sulle rive del Ceresio grazie all’intermediazione dell’imprenditore Sergio Dell’Acqua – per valutare la possibilità di acquistare il Polo culturale. L’inviato coreano ha ribadito l’interesse all’investimento anche se un’eventuale vendita del LAC dovrà passare prima dal Consiglio comunale e poi da un pubblico concorso. Ma l’idea è stuzzicante, sempre che l’affare sia conveniente per la Città: dipenderà dal prezzo che i coreani sono disposti a pagare e dall’affitto che chiederanno all’ente pubblico, che continuerebbe comunque a gestire il LAC. Ora si attende una lettera di intenti dalla Corea, che chiederà al Municipio la documentazione necessaria a quantificare finanziariamente l’operazione. Insomma, ci vorrà tempo per capire se l’affare è fattibile, ma da parte della Città c’è la disponibilità a entrare in materia.

emmebi

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