ULTIME NOTIZIE News
Politica e Potere
29.03.2015 - 12:150
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Cattaneo: “Necessario un nuovo patto di Medeglia”. Bignasca: “Palese”. Jelmini: “Ma non chiamiamolo Triciclo”

La lettura è unanime: sarà un Parlamento troppo frammentato quello che rischia di uscire dalle urne il prossimo 19 aprile

BELLINZONA – Un patto di Medeglia bis? È la riflessione lanciata dalle colonne del Corriere del Ticino di sabato da Rocco Cattaneo. Rilancio che, raro di questi tempi considerando anche le premesse da cui muove il presidente del PLR, trova il favore degli altri due firmatari del patto: Giovanni Jelmini e Attilio Bignasca, contattati da Liberatv per un commento a riguardo, condividono infatti la necessità di alleanze.

Parlando del futuro del Ticino la constatazione da cui parte Cattaneo è “amara”, nonché nota: in generale, politicamente, si è troppo litigiosi e divisi. Fazionari quasi. “Oggi  - scrive – siamo una squadra senza gioco e senza idee che si arrabatta in bassa classifica”.

Un problema “che va risolto coinvolgendo tutte le componenti della squadra Ticino: la politica, la scuola, l’economia, gli individui e la società in generale”. La riflessione di Cattaneo si sposta quindi su un Consiglio di Stato che “nell’ultimo quadriennio ha ragionato troppo per dipartimenti stagni e non ha saputo elaborare un progetto comune e condiviso per il rilancio del Ticino”.  E su un Gran Consiglio che “si è perso in lotte intestine, sgambetti e personalismi. I partiti hanno troppo spesso lanciato messaggi negativi per pura strategia elettorale, provocando nell’opinione pubblica un’ondata di pessimismo, paura e disfattismo”.

Il rimedio? Per cambiare rotta, secondo Cattaneo, il prossimo Consiglio di Stato dovrebbe cominciare il suo mandato in bien ritiro. “Una  clausura di almeno due settimane, e non uscire dal ritiro senza prima aver definito al massimo cinque punti da realizzare nel corso della legislatura”. Punti che andranno poi discussi con i gruppi parlamentari. Tracciata la strada “ognuno dovrà fare gioco di squadra”.

E qui il ricordo va al famoso ‘Triciclo’ pattuito tra PLr, Lega e PPD. “Abbiamo cercato [ndr. Bignasca, Jelmini ed io], coinvolgendo i capigruppo dei nostri partiti, di portare avanti alcuni punti comuni dando vita a quello che è stato definito il patto di Medeglia. L’intenzione era buona anche se l’accordo si è incrinato per diversi motivi, non ultimo la morte del Nano”.

Ebbene, continua Cattaneo, “quell’idea può essere ripresa creando un tavolo di confronto permanente tra i rappresentanti dei partiti di governo. Se vogliamo tornare a vincere, nei prossimi quattro anni dobbiamo creare un dialogo costante tra Consiglio di Stato, Gran Consiglio e forze politiche, senza dimenticare i nostri rappresentanti a Berna. Dobbiamo ritrovare unità e ottimismo”.

Bignasca: "Chiamiamolo come vogliamo, ma la necessità di un nuovo accordo per il bene del Paese è palese"

“Strano, proprio l’altra sera in radio parlavo della necessità di un patto di Paese. Copia anche su questo ora?”, commenta scherzando Attilio Bignasca. Questioni di paternità del rilancio (e immancabile stoccatina: “Forse il triciclo era quello che doveva mettere in moto lui con il suo consigliere di Stato”) a parte, la composizione che si prefigura per il prossimo Legislativo è chiara a tutti “e possiamo chiamarlo come vogliamo, ma la necessità di un accordo per il bene del Paese è palese”.

Dalle urne “uscirà un Gran Consiglio ancora più frammentato: altri movimenti faranno i loro deputati, un Germano Mattei, un Matteo Pronzini… Sono tutte voci che andranno a mancare ai partiti di Governo. Poi se UDC e Verdi faranno ostruzione per partito preso… Sono due fattori di criticità che creano un Parlamento in cui sarà sempre più difficile raggiungere delle maggioranze. Dopo le elezioni sarà quindi necessario sedersi a un tavolo e riflettere, come detto, su un nuovo patto per il bene del paese”.

Perché se non si passa all’azione, “fra Roma e Berna, qui ci mangiano in insalata! La nostra situazione finanziaria non può migliorare finché l’Italia è in crisi e il ritmo da cui, se è vero, ne sta uscendo ci porterebbe all’asfissia prima di veder risolversi qualcosa da sola. Poi sappiamo benissimo che Berna preferisce mantenere i rapporti con Bruxelles, piuttosto che col Ticino. Perciò è chiaro che dobbiamo ritrovare compattezza per poter agire e portare avanti le nostre soluzioni”.

Jelmini: "Per cambiare davvero, dovremo farlo a cominciare dai toni"

“È chiaro – commenta dal canto suo Jelmini – che la frammentazione del Parlamento cantonale, e direi anche la perdita di collegialità che in certo senso ha afflitto il Governo, hanno sicuramente ostacolato l’attività politica in questi quattro anni”. Il Consiglio di Stato, prosegue il presidente del PPD, deve quindi fare il possibile per recuperare lo spirito necessario per amministrare il Cantone: “Anche di fronte a una decisione presa a maggioranza, tutti devono poi impegnarsi per difenderla. Cosa che non sempre è avvenuta nell’ultimo quadriennio”.

Ci vuole, ripete, “maggiore collegialità. Basta con le fughe di notizie: i ministri facciano i ministri ed evitino di fare i presidenti, i colonnelli o quant’altro dei partiti. Che capiscano, e compiano, precisamente l’incarico affidato loro dal popolo”.

E anche per quanto riguarda il Parlamento, l’opinione non può che essere comune con Cattaneo. “Saranno sicuramente necessarie delle alleanze, perché ormai due partiti non fanno più una maggioranza. L’unica modalità pragmatica e intelligente è allora incontrarsi regolarmente per individuare le soluzioni ai problemi e raggiungere accordi condivisi da difendere poi in Parlamento”.

La necessità di riesumare il famoso Triciclo, si fa notare, è quindi condivisa. Ma proprio qui Jelmini tiene però a togliersi il proverbiale sassolino dalla scarpa. “Personalmente sono un po’ allergico a definizioni come queste, un po’ sarcastiche perché indicano una partenza già sbagliata. Una alleanza è una alleanza, il triciclo invece è quello che usa mia figlia in giardino”. Insomma, riporta a monte il discorso, se si vuole che le cose cambino davvero per il prossimo quadriennio, “anche i toni della politica ticinese devono cambiare. Stiamo imitando il peggio di quello che accade in Italia e non fa parte della nostra cultura e del nostro modo di interpretare la politica. I grillini lasciamoli in Italia e cerchiamo di essere seri quando parliamo di politica, e questo è un appello che rivolgo anche ai giornalisti”.

Un minimo di serietà, conclude, “deve essere recuperata: se no per quattro anni si ride e ci si prende in giro. Ma questo non aiuta a costruire il Ticino, ci rende anzi un po’ ridicoli e poco credibili”.
 

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Tags
ticino
consiglio
stato
cattaneo
jelmini
triciclo
patto
partiti
necessità
politica
News e approfondimenti Ticino
© 2024 , All rights reserved