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Politica e Potere
23.04.2015 - 17:320
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

LAC, le bombe di Gagnon: "Sono furioso. Non si può lavorare in un clima politico così. Bisogna fermare questo casino. Tutto finisce in piazza"

Il direttore del LAC scrive a Masoni: "Mi avete chiesto di venire dal Canada per dirigere un progetto e allora lasciatemelo dirigere. La linea di fiducia sta per rompersi"

LUGANO – “Sono furioso. Non si può lavorare in questo clima”. Il direttore del LAC, Michel Gagnon, ha scritto nero su bianco, in francese, tutta la sua delusione, la sua frustrazione. Lo ha fatto in una lettera inviata nei giorni scorsi alla responsabile del Dicastero cultura, la vicesindaco Giovanna Masoni, invitandola a condividerla con i suoi colleghi. Le parole di Gagnon suonano come una sorta di “aut aut”: o le cose cambiano… Non arriva a dire che sta pensando di andarsene ma poco ci manca.

Mi è impossibile dirigere il LAC nel contesto politico che circonda il progetto – scrive in sostanza Gagnon -. Abbiamo fatto una magnifica conferenza stampa per presentare il programma di inaugurazione e il giorno dopo mi trovo ancora notizie negative sulla stampa. Il riferimento è probabilmente alla recente revoca del mandato assegnato dal direttore a un’ex dipendente dell’Ufficio relazioni pubbliche della Città, revoca decisa dal Municipio in quanto il mandato non aveva seguito la procedura stabilita.
“Chi fa uscire le informazioni dal Municipio?”, si chiede Gagnon. “È veramente demotivante. Tutto finisce in piazza. Bisogna fermare questo casino”.
L’inaugurazione, aggiunge, non si può fare senza risorse umane e “non posso andare avanti in un contesto in cui tutte le mie decisioni vengono messe in discussione”.

Non posso e non voglio lavorare, continua, “in un clima di sospetto dove non sai mai quali informazioni o conversazioni confidenziali finiranno sul giornale la domenica” (il riferimento è chiaramente al Mattino, ndr).

La linea di fiducia che avevo con voi sta per rompersi, scrive Gagnon. “Tutto questo è comunque una mancanza di etica professionale. Come politici voi avete un obbligo di riservatezza. Non posso dirigere una piccola equipe dove ognuno è vulnerabile e può trovarsi pubblicamente al centro di una polemica o di attacchi personali”.

Mi avete chiesto di venire dal Canada per dirigere un progetto e allora lasciatemelo dirigere, conclude il direttore del LAC. Non restano che quattro mesi prima dell’inaugurazione e dell’apertura. “Se tutto questo non cessa immediatamente ci saranno conseguenze sulla qualità e sulla nostra possibilità di portare a termine il lavoro. Sono furioso, scontento della situazione. Passo le mie giornate a risolvere i problemi che tutto questo genera e ciò mi impedisce di dedicarmi a quello che dovrei fare”.

emmebi

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