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16.06.2015 - 16:110
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Dopo il "terremoto Pasi" alla Procura federale, Giovanni Merlini: "Ecco spiegazioni e garanzie che ho chiesto a Lauber e cosa mi ha risposto"

Una delegazione di deputati ticinesi ha incontrato stamattina il procuratore generale della Confederazione: su Pasi nessuna inchiesta, solo "divergenze di vedute". Ma le indiscrezioni continuano...

BERNA – Una delegazione della deputazione ticinese alle Camere federali ha incontrato questa mattina il procuratore generale della Confederazione Michael Lauber per chiarire il caso Pasi e il futuro dell’antenna luganese del Ministero pubblico. 

“Lauber – spiega il consigliere nazionale Giovanni Merlini – si è dichiarato assolutamente convinto della necessità di mantenere l’antenna di Lugano e ha garantito che non vi sarà alcuna riduzione di organico. La conduzione ad interim della sede luganese del Ministero durerà fino a fine anno, e nelle prossime settimane verrà pubblicato il concorso per scegliere il nuovo responsabile”.

Poche parole invece da parte di Lauber sui motivi che hanno portato alla rottura “consensuale” con l’ormai ex responsabile dell’antenna luganese Pierluigi Pasi. Il procuratore generale ha ribadito che nei confronti di Pasi non vi sono aperte inchieste o procedure, né penali né disciplinari. Ha confermato invece la tesi delle “divergenze sulle modalità di conduzione” della sede ticinese.

A questo proposito, le indiscrezioni circolate nelle scorse settimane parlano di una rottura legata in particolare alla scelta di Pasi di difendere una sua stretta collaboratrice, non ritenuta idonea dal procuratore generale. Ma questa ipotesi resta nell’ambito delle indiscrezioni.

Durante l’incontro Merlini ha chiesto esplicitamente a Lauber se condivide il principio che sia ancora un magistrato ticinese a dirigere l’antenna di Lugano. “Ha risposto di sì – spiega il deputato – e si è detto perfettamente d’accordo su questo punto, anche perché il futuro procuratore capo dovrà collaborare con la magistratura cantonale e con le autorità italiane”.

Merlini ha chiesto a Lauber anche la conferma su alcune indiscrezioni trapelate dal Ministero, in particolare sulle presunte resistenze da parte di alcuni magistrati sul sistema di conduzione introdotto dal procuratore generale, che prevede anche una sorta di “controlling” su ogni singolo dossier per favorire una standardizzazione e velocizzare le procedure. Queste riforme hanno creato un po’ di mal di pancia, ha ammesso Lauber, ma ora i procuratori si sono adeguati al nuovo sistema di lavoro.
Non resta che attendere per vedere se ci saranno altri scossoni in seno alla Procura federale: se il “pugno di ferro” di Lauber farà altre vittime o tutti righeranno dritto.

emmebi

 

 

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