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18.08.2015 - 16:230
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Chi ha votato alle cantonali di aprile e per chi? La fotografia degli elettori ticinesi: aumentano le donne e diminuisce l’interclassismo

I dati emergono da una prima analisi condotta dall’Osservatorio della vita politica regionale dell’Università di Losanna che ha messo a confronto due inchieste condotte nel 2011 e nel 2015

LOSANNA – Alla vigilia di un nuovo appuntamento elettorale, ossia delle elezioni del Consiglio Nazionale e del Consiglio degli Stati, l’Osservatorio della vita politica regionale (OVPR) dell’Università di Losanna offre una prima analisi delle elezioni cantonali dell’aprile scorso (sulla scorta di uno studio più articolato in preparazione), delineando un profilo degli elettori dei partiti ticinesi dal punto di vista sociodemografico e professionale.

I dati alla base di questo contributo provengono da due inchieste scientifiche condotte in Ticino dall’OVPR svolte nei giorni successivi alle elezioni cantonali dell’aprile del 2011 e del 2015. La prima ha raccolto le opinioni di 1285 e la seconda di 1425 cittadini con diritti di voto. Le due inchieste sono rappresentative per sesso, età e quota di schede ottenute dai partiti politici all’elezione del Gran Consiglio.

Come si riflettono i cambiamenti avvenuti nelle ultime tornate elettorali nell’evoluzione della base elettorale dei partiti ticinesi? Questa una delle domande che trovano risposta nel lavoro dell’OVPR che evidenzia alcuni aspetti del profilo-tipo degli elettori dei principali partiti politici ticinesi. Ecco quindi la fotografia fornita dalla prima analisi dei dati.

Una sintesi del profilo degli elettori ticinesi nel 2011

Nel 2011, nell’elettorato del PLR, del PPD, così come in quello della LEGA e in particolare dell’UDC (nel 2011 lista congiunta con l’UDF), gli uomini tendevano a prevalere sulle donne. Al contrario, i Verdi, e in particolare il PS, si contraddistinguevano per un sostegno più importante dell’elettorato femminile.

I partiti che potevano vantare un elettorato composto da giovani (tra i 18 e i 29 anni) erano i Verdi (16%), ma soprattutto la LEGA (18%), vale a dire quei partiti che rispetto all’elezione precedente (2007) avevano aumentato la propria quota elettorale. Al contrario, la maggioranza degli altri partiti (ad eccezione della congiunzione UDC-UDF) era tendenzialmente sovra-rappresentata tra gli elettori di più di 50 anni.

Come nelle elezioni precedenti, gli elettorati della LEGA e dell’UDC-UDF erano rappresentati in prevalenza da persone con un titolo di apprendistato o di scuola professionale. Al contrario, l’elettorato di PS e Verdi disponeva in generale di un titolo di studio elevato (formazione universitaria o istituto non universitario superiore).

In modo più marcato rispetto al 2007, la LEGA nel 2011 aveva raccolto importanti consensi dai disoccupati, mentre il sostegno era stato meno significativo tra chi beneficiava di una rendita o era in pensione; come nel 2007, il PLR era gradito in particolare dai dirigenti, meno invece dai lavoratori dipendenti e dalle persone in formazione; il PPD era sovra-rappresentato tra gli elettori che beneficiavano di una rendita o erano pensionati; i Verdi raccoglievano sostegni in modo marcato nei lavoratori dipendenti, nelle persone in formazione, mentre erano stati sostenuti in misura minore da beneficiari di rendite o pensioni; come per il PLR, anche la lista UDC-UDF, era stata in prevalenza votata da chi ricopriva una carica dirigenziale; infine, per il PS nessuna categoria professionale era stata significativamente discriminante nel 2011, diversamente dal 2007 dove spiccavano i lavoratori dipendenti.

Com’è cambiato nel 2015 l’elettorato-tipo dei partiti ticinesi?

Per poter meglio interpretare i risultati dell’inchiesta del 2015, è opportuno ricordare l’evoluzione dei risultati elettorali. L’aumento della partecipazione, dopo anni di calo, è stato sensibile: dal 58,49% dei votanti del 2011 al 62,27% (+ 3,78%). Nel 2015, l’avanzata elettorale ha soprattutto interessato il PLR, che, per la prima volta dopo decenni, argina la perdita di consensi e al contrario guadagna una parte di voti di lista (+1,58 punti percentuali alle elezioni del Gran Consiglio), e la LEGA che, nonostante una perdita di consensi per il Consiglio di Stato, alle elezioni del Gran Consiglio guadagna ancora 1,4 punti percentuali nei voti di lista. Diverse le sorti di PPD e Verdi: il primo non argina la perdita di voti e scende ora al di sotto del 20% (- 1,95 punti percentuali), mentre i secondi dopo l’exploit del 2011 non sono riusciti a confermare la loro crescita e subiscono una perdita di 1,59 punti percentuali. Il PS subisce un leggero calo (meno 0,43 punti percentuali). La scheda senza intestazione (SSI), introdotta nel 2007, raccoglie più sostegni (17,31% delle schede nel 2015 mentre nel 2011 erano 15,4%) e risulta così essere il terzo ‘partito’.

Tuttavia, contrariamente al 2011 le donne non sono più sovra-rappresentate nella SSI. In generale, la scheda senza intestazione raccoglie nel 2015, dal punto di vista socio-demografico e socio-professionale, un sostegno più trasversale, con l’eccezione di una sotto-rappresentazione delle persone anziane (over 66/pensionati).

Secondo le nostre indagini, l’aumento della partecipazione elettorale nel 2015 ha comportato un incremento dell’elettorato femminile (+ 3,8 punti percentuali). Non sorprende quindi che, in controtendenza rispetto al 2011, in tutti i partiti, tranne che per La Destra (lista nata dalla congiunzione UDC, UDF e Area Liberale), non appaiono più sotto-rappresentate rispetto agli uomini. Se nel PS e soprattutto nei Verdi, le donne rimangono leggermente sovra-rappresentate, l’aumento più marcato del voto femminile si osserva nel PLR e nella LEGA.

In generale, la maggiore partecipazione elettorale ha favorito il voto dei più giovani (18 – 29 anni, + 1,1 punti percentuali) e soprattutto della fascia sopra i 66 anni (+ 5,3 punti percentuali). Dell’aumento della partecipazione giovanile hanno beneficiato soprattutto il PLR, i Verdi e la Destra, mentre degli anziani si sono avvantaggiati in particolare il PLR e la LEGA. Quest’ultima rimane comunque sovra-rappresentata nella fascia dei 30-49 anni, mentre il PLR lo è fra le persone di 66 anni e più. Il PPD guadagna spazio nella fascia 50-65 anni, mentre il PS appare in calo proprio in questa fascia, avendo nel contempo recuperato nella fascia dei 30-49 rispetto alla media. Nell’elettorato dei Verdi la fascia fino ai 49 anni è nettamente sovra-rappresentata, mentre gli elettori sopra i 66 anni, tradizionalmente più legati ai partiti storici ticinesi, sono sotto-rappresentati.

Per quanto attiene al livello di formazione, sono confermate alcune tendenze già riscontrate nelle elezioni passate. L’elettorato della LEGA è composto innanzitutto da elettori con un titolo di apprendistato o di scuola professionale. Nel 2015, quest’orientamento sembra prevalere anche tra i sostenitori del PPD (dove la formazione universitaria nel 2015 risulta sotto-rappresentata) e de La Destra. Altra conferma arriva dai partiti di sinistra (PS e Verdi) laddove gli elettori a beneficio di una formazione universitaria continuano ad essere sovra-rappresentati, mentre si osserva una sotto-rappresentazione degli elettori con un diploma di apprendistato o di scuola professionale.

L’analisi della situazione professionale illustra un quadro più ‘interclassista’ rispetto al passato, arginando così la tendenza alla riduzione già in atto da alcune elezioni. A conferma di segnali di maggior interclassismo notiamo come i ‘direttori/dirigenti’ siano diminuiti nel PLR e nella Destra (ma il confronto con il 2011 è più complesso, essendosi modificata la lista), e aumentati nella LEGA.

Per quanto concerne la percezione della propria situazione economica, la stragrande maggioranza dei rispondenti si dichiara nel 2015, come nel 2011, abbastanza o molto soddisfatta (82,5% in totale). Anche questo indicatore tende a rilevare una minore divaricazione socio-economica dell’elettorato. Ad esempio, nel 2011, si osservava che i soddisfatti erano sovra-rappresentati nel PLR e nel PPD, nel 2015 non appare più questa tendenza. Allo stesso modo, se nel 2011 i più soddisfatti erano sotto-rappresentati nella LEGA, non accade più nel 2015.

 

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