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26.10.2015 - 18:160
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Lugano, bufera nella Cassa pensioni, Giudici rompe il silenzio: "Non sarò complice di chi difende diritti acquisiti"

L'ex sindaco, fino all'ultima seduta presidente dell'Istituto, spiega le sue dimissioni: "Riferiremo in settimana al Municipio". Intanto Martino Rossi interroga: "Scandaloso il silenzio del Municipio. Si faccia chiarezza"

LUGANO – Cosa si cela dietro la bufera scoppiata tra i vertici della Cassa pensioni della Città di Lugano? Lo chiede il gruppo socialista in Consiglio comunale con un’interrogazione presentata oggi da Martino Rossi.

Nei giorni scorsi l’ex sindaco Giorgio Giudici - fino all’ultima seduta presidente dell’istituto previdenziale -, Silvana Minoretti e l’ex segretario generale della Città Mauro Delorenzi, hanno rassegnato in blocco le dimissioni dal Comitato. In aperta polemica con il resto del Comitato, che a questo punto si trova praticamente dimezzato.
Giorgio Giudici rompe il silenzio sui misteriosi attriti, e dice a liberatv: “Non vogliamo essere complici di persone che cercano di mantenere i diritti acquisiti dei dipendenti invece di accettare piccoli sacrifici che andrebbero a favore di tutti”.

Sul Mattino di ieri, Silvana Minoretti, che nel Comitato rappresentava il Municipio (dunque il datore di lavoro) in quota Lega, ha parlato di “una gestione parassitaria, che di fatto ha immobilizzato tutta l’operatività e lo sviluppo della Cassa stessa”.

“Più che di gestione parassitaria direi conservatrice – precisa Giudici -. Io mi sono battuto per centrare l’obiettivo di copertura finanziaria del 100% che è stato stabilito entro il 2020. Ma se questa linea non trova il consenso della maggioranza me ne vado. Facciano quel che vogliono. Dico solo che ci sono due visioni divergenti sulla gestione della Cassa pensioni e riferiremo la nostra posizione al Municipio, che ci ha convocati in settimana”.

Il “casus belli” è stato il congelamento dell’operazione che prevede il passaggio degli stabili di proprietà della Cassa in un fondo immobiliare. All’inizio dell’ultima seduta Giudici ha passato la presidenza (che cambia ogni due anni) a Lucas Bächtold, dirigente delle Aziende industriali di Lugano, finora vicepresidente. E quando il Comitato ha trattato la decisione di procedere al passaggio degli stabili al fondo immobiliare, la votazione è finita 3 a 3. Ma siccome il voto del presidente (nel caso specifico Bächtold) conta doppio, la maggioranza ha deciso di attendere e di commissionare uno studio di approfondimento.

In sostanza, cedendo gli stabili al fondo, la Cassa pensioni avrebbe esternalizzato la gestione immobiliare, ottenendo comunque una redditività garantita del 4% sulle sue proprietà. Una linea che già molti istituti previdenziali pubblici di altri cantoni hanno seguito.

Sostanzialmente, la chiave di lettura della bufera è questa. Ma il Comitato si è anche diviso sull’utilizzo di 13 milioni di accantonamenti che, se liberati, abbasserebbero di colpo il grado di copertura finora (faticosamente) raggiunto, che è oggi del 94%. Sullo sfondo c’è dunque anche uno scontro (parafrasando la celebre fiaba) tra “cicale” e “formiche”, tra chi punta sull’interesse tout court dei dipendenti, e chi invece su un utilizzo parsimonioso delle riserve, senza comunque disconoscere i diritti degli assicurati.

L’interrogazione di Martino Rossi

Torniamo ora all’interrogazione di Martino Rossi: “Benché il sito della Cassa pensioni di Lugano (CPDL) sia silente al proposito (evviva la trasparenza), alcuni organi di stampa hanno comunicato che tre membri del Consiglio direttivo della cassa  hanno dimissionato dal loro incarico. Sulle ragioni delle dimissioni si è espressa solo la signora Minoretti, per altro in termini confusi, difficili da capire per chi non fa parte dell’organo direttivo (vedi Mattino della domenica). Alcuni passaggi:

•    “importanti divergenze su decisioni”. Quali?
•    “con la nomina del nuovo Comitato, si è passati da una gestione attiva della CPDL ad una gestione parassitaria, che di fatto ha immobilizzato tutta l’operatività e lo sviluppo della Cassa stessa”. Di che Comitato si parla? Cosa vuol dire “gestione parassitaria”? Cosa significa aver immobilizzato l’operatività della Cassa?
•    “creare un accantonamento volontario per distribuzioni extra ai dipendenti attivi”: di cosa si tratta?
•    “non tener conto né delle raccomandazioni dell’attuario né del Comitato tecnico interno di previdenza”. Chi non tiene conto di quali raccomandazioni?
•    “il continuo rinvio delle decisione sulla ristrutturazione della gestione del patrimonio immobiliare, benché anche l’ultima perizia confermi il minor rendimento annuo rispetto al mercato, pur di non dotarsi di una Fondazione d’investimento immobiliare”.
Non sarebbe ora e tempo - chiede Rossi, lamentando di non aver ancora ricevuto risposta ad altre precedenti interrogazioni - di presentare questo misterioso progetto di Fondazione e del perché e da chi sia stato bloccato?

“Questo atteggiamento del Municipio è scandaloso e inaccettabile, poiché la CPDL gode di una garanzia totale da parte del Comune per il pagamento delle prestazioni, ciò che rende legittimo e doveroso, anche per il legislativo della Città, essere informato compiutamente sul suo andamento e i suoi problemi.

Nel frattempo, come abbiamo visto, la situazione nella Cassa è degenerata fino alla dimissione della metà dei membri del suo Consiglio direttivo, da cui questa quarta Interrogazione.

Chiediamo quindi al Municipio:

1.    Di rispondere finalmente alle domande delle tre Interrogazioni citate;

2.    Di illustrare le ragioni delle dimissioni di 3 dei 6 membri con diritto di voto del Consiglio direttivo della CPDL;

3.    Di fare chiarezza sui temi evocati (vedi sopra) da uno dei membri dimissionari;

4.    Di indicare come intende procedere per sostituire i membri dimissionari e per riportare ordine, serenità ed efficacia nella gestione della CPDL.

Se non avremo risposte in tempi brevi, questa volta non ci resterà altro che denunciare la renitenza del Municipio all’organo preposto  dell’Autorità cantonale. 

Gli assicurati, i pensionati, i cittadini, i consiglieri comunali hanno diritto di sapere che cosa succede nella Cassa pensione della Città e di esigere che i provvedimenti necessari siano adottati senza indugio e senza coperture, in modo trasparente”.

emmebi

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