POLITICA E POTERE
Bernasconi all’attacco. L’avvocato scrive all’Assemblea federale deplorando la candidatura di Gobbi. “Con lui la discordia sarà assicurata”
Nel dossier approntato dall’ex procuratore pubblico, anche articoli e fotomontaggi pubblicati dal Mattino, nonché le inserzioni a luci rosse: “Oggi è più facile trovare lavoro e soggiorno in Ticino per una prostituta che per un rifugiato”

BERNA – Lo aveva promesso e ora Paolo Bernasconi è passato all’azione. L’avvocato e docente universitario, come riporta la RSI, ha infatti inviato una lettera ai membri dell’Assemblea federale che il prossimo 9 dicembre dovranno rinnovare l’Esecutivo elvetico deplorando la candidatura di Norman Gobbi.

Si tratta di un breve dossier critico, inoltrato anche alla stampa nazionale, in cui Bernasconi, come privato cittadino, stila “l’altro” ritratto del ministro, ricordando fatti e allegando alcuni articoli e fotomontaggi pubblicati dal giornale di Via Monte Boglia. “Da 25 anni il Mattino, la Lega e i suoi rappresentanti diffondo discordia contro la Berna federale, i balivi, contro l’Italia, Fallitalia, e contro tutte le organizzazioni internazionali ed Europee”, scrive l’ex procuratore pubblico in quello che, se non esplicito, è un chiaro invito a considerare attentamente la candidatura di Gobbi.

Bernasconi non scrive infatti a chiare lettere di non votare il ministro ticinese, ma chiede, retoricamente: “La Svizzera trarrà beneficio dal fatto di essere rappresentata da un consigliere federale noto alle cancellerie per il suo compulsivo disprezzo verso i paesi stranieri?” E aggiunge che “la discordia sarà assicurata”: “Gobbi è l’esempio di una politica di chiusura e di assenza di dialogo”. Il ministro, incalza, “non ha mai perso occasione per sconfinare nelle competenze federali, sostenendo la chiusura dei valichi di frontiera con l'Italia, così come la rottura delle trattative” con la stessa.

Proprio sull’episodio, avvenuto alla Conferenza degli ambasciatori svizzeri svoltasi a Locarno, Bernasconi sottolinea che “Gobbi si esprime a nome del Governo ticinese, senza aver preliminarmente consultato i suoi colleghi del Consiglio di Stato, che hanno anche dovuto sconfessarlo pubblicamente quando aveva sostenuto la rottura delle trattative con l'Italia”.

A integrazione del dossier, come detto anche alcuni fotomontaggi pubblicati dal Mattino che mostrano Gobbi a guardia di prigioni e di muri di separazione. Ma Bernasconi allega anche le pagine con gli annunci a luci rosse, chiosando che “oggi è più facile trovare lavoro e soggiorno in Ticino per una prostituta che per un rifugiato”.

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