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10.06.2016 - 09:270
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

"Je suis Adriana (Sartori)". Opinione Liberale va controcorrente: "Stiamo costruendo un mondo dove è meglio star zitti: no alla spietatezza assoluta del web"

Clamorosa posizione espressa sul giornale del PLR: nessuna difesa, ci mancherebbe, dell'ormai famigerato post dell'esponente leghista ma "dobbiamo difenderci anche dalla pretesa – forse involontaria, di certo ben più pericolosa – di chi vorrebbe persone capaci di non sbagliare mai"

BELLINZONA -  Je suis Adriana. Finora non lo aveva detto, e forse neppure pensato, neppure il più verace e agguerrito dei rappresentanti leghisti. Ad affermarlo oggi, seppur con un articolo firmato con pseudonimo, è Opinione Liberale. Il giornale del PLR va controcorrente sul caso di Adriana Sartori che tanto ha tenuto banco nelle ultime settimane. Nessuna giustificazione, ci mancherebbe al post razzista della Consigliera Comunale di Balerna, ma una riflessione più ampia sul diritto a sbagliare, che oggi, secondo il giornale del PLR, sarebbe sempre più negato.

 

Leggiamo: "In questi giorni mi è salita una gran voglia di dire Je suis Adriana. E no, non è perché io sia convinto che i migranti debbano diventare cibo per i pesci del Mediterraneo. È solo che mi è salita un bel po' di paura vera, leggendo i commenti all'improvvido post della capogruppo leghista nel CC di Balerna. Mi è salita la paura che un giorno di questi  - in qualche modo volontario, o magari no – io possa offendere i migranti, le donne, i musulmani moderati, i praticanti  di uno sport di nicchia o qualsiasi altra minoranza oppressa, e che in pochi minuti mi debba trovare bullizzatto da una folla di strronzi indignati e armati di connessione a internet". 

 

"Prima di tutto – scrive ancora l'anonimo articolista - c'è l'idea tossica che il fatto di provare indignazione costituisca una specie di licenza di uccidere; una sospensione automatica e completa delle regole di convivenza civile, nella quale lasciare affiorare sentimenti normalmente repressi , come la misoginia. Di certo non è un bel momento storico per essere una donna e provare a partecipare a una discussione in rete. La povera Adriana avrà anche condiviso un post abominevole, ma è normale che i controargomenti nel dibattito su Facebook ruotassero attorno al fatto che è vecchia, grassa e una troia (sic)?".

 

"Poi ovviamente – si legge ancora su OL - c'è la spietatezza assoluta del web. Basta un tweet sbagliato e una persona oggi – stando alla vox populi – dovrebbe perdere automaticamente il lavoro, la casa, la famiglia, la libertà e magari una parte del corpo, solitamente intima".

 

E Opinione Libera sostiene che questo modus operandi in Ticino è totalmente bipartisan: le stesse parole sono usate dalla sinistra, dalla Lega e dalla destra dell'UDC: "Stiamo costruendo un mondo dove è meglio star zitti. Quindi Je suis Adriana, perché rivendico, per me e per tutti, il diritto di pensare, dire e talvolta scrivere qualche cazzata (per poi discuterne, cambiare idea e correggermi). Non dobbiamo più lottare solo contro l'idea perversa che la libertà di espressione si trasformi nel permesso di esprimere solo concetti innocui; oggi dobbiamo difenderci anche dalla pretesa – forse involontaria, di certo ben più pericolosa – di chi vorrebbe persone capaci di non sbagliare mai".

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