Saverio Lurati, che ha appena lasciato il Gran Consiglio, rifeltte sullo stato dell'arte della sinistra in Ticino: "Non va mai dimenticato che il mondo operaio, nostra base di riferimento, in Canton Ticino conta relativamente visto che il 50 per cento non ha il diritto di voto"
BELLINZONA – Ha da poco lasciato il Gran Consiglio dopo una lunga carriera in cui ha ricoperto anche la carica di presidente del PS. E per Saverio Lurati è tempo di riflessioni e di bilanci.
L'ex deputato, in una bella intervista pubblicata stamane sulla Regione, ha ripercorso le tappe salienti della sua stagione politica e professionale alla guida di UNIA Ticino. Soddisfazioni e delusioni che sfociano in pensieri sullo stato dell'arte della sinistra in Ticino.
"La sinistra ticinese – afferma Lurati - non ha più una leadership. Per quanto si possa parlare male delle leadership, alla fine sono necessarie".
"Il problema vero – aggiunge - è che non abbiamo avuto un ricambio generazionale. Poi non va mai dimenticato che il mondo operaio, nostra base di riferimento, in Canton Ticino conta relativamente visto che il 50 per cento non ha il diritto di voto. Durante la mia presidenza ho cercato di dire le cose nella maniera più semplice possibile, accessibile a tutti. Pensavo di essere riuscito a farmi capire: probabilmente qualcuno d’altro è stato compreso meglio di me".
Ma c'è anche un problema di stabilità all'interno del partito. E lui lo sa bene considerata la travagliata fine della sua presidenza. Lurati ammette di aver sbagliato nell'aver tenuto in stand by le sue dimissioni dopo le elezioni ("avrei dovuto restare sulle mie posizioni e dimettermi subito"). Ma il problema, sottolinea, è anche nella storica divisione all'interno del PS: "Vi è sempre stata una contrapposizione fra quella che viene definita l’area socialdemocratica e l’altra dove si riconosce la sinistra radicale. La prima, tutto sommato, ha sempre portato a casa un risultato, mentre l’altra parte insiste sulla rottura con gli schemi attuali. Credo che questa diversa visione pesi sulla, come dire, instabilità del partito".