Violenza domestica, più potere alla polizia. Ecco come il Governo intende modificare la legge per rendere più tempestivi ed efficaci gli interventi di protezione delle vittime. Non servirà più l'ok della Magistratura sulle decisioni di allontanamento degl
La modifica proposta prevede che spetterà sempre all’ufficiale di polizia decidere l’allontanamento di una persona dal suo domicilio così come il divieto di frequentare determinati luoghi, se questo mina alla sicurezza dei suoi familiari. Ma senza più coinvolgere sistematicamente la Magistratura
Foto: TiPress/Pablo Gianinazzi
BELLINZONA - Nella seduta di ieri il Consiglio di Stato ha approvato il messaggio per la modifica dell’articolo della Legge sulla polizia relativo all’allontanamento e al divieto di rientro in ambito di violenza domestica. La modifica proposta dal Governo prevede che spetterà sempre, come già ora, all’ufficiale di polizia decidere l’allontanamento di una persona dal suo domicilio così come il divieto di frequentare determinati luoghi, se questo mina alla sicurezza dei suoi familiari. Ciò senza tuttavia più coinvolgere sistematicamente la Magistratura, come avviene oggi.
Verrà inoltre creata, fa sapere il Governo, la base legale che permetterà al servizio competente per il sostegno e la consulenza agli autori di violenza domestica di ricevere tutte le decisioni di allontanamento e di contattare tutti gli autori. Una modifica tesa ad accrescere la sicurezza delle persone toccate da episodi di violenza domestica.
L’ufficiale di polizia può decidere l’allontanamento per dieci giorni di una persona dal suo domicilio e vietargli l’accesso a determinati locali e luoghi, se essa rappresenta un serio pericolo per l’integrità fisica, psichica o sessuale di altre persone facenti parti della stessa comunione domestica. La vigente norma prevede il coinvolgimento sistematico del Pretore, che deve decidere la conferma o la revoca della misura dell’allontanamento.
Dall’esperienza di questi anni risulta che tutte le decisioni emanate dalla Polizia sono state confermate ad eccezione di una decisione, annullata a causa di lacune formali. Il Consiglio di Stato propone quindi di rinunciare al coinvolgimento obbligatorio del Magistrato per la conferma o revoca della misura dell’allontanamento. Tale provvedimento potrà comunque essere contestato, entro tre giorni dalla notifica, davanti al Pretore, ciò che consentirà la salvaguardia dei diritti delle persone interessate.
Entrambe le proposte vanno nella direzione auspicata dalla deputata Michela Delcò Petralli con la mozione del 27 giugno 2012 “Procedura in ambito di violenza domestica”.
L’Esecutivo propone infine di istituire la base legale affinché le polizie comunali, intervenute per conflitti in ambito famigliare, siano tenute a trasmettere automaticamente alla Polizia cantonale copia della documentazione relativa a tali interventi.
In generale, conclude la nota del Governo, “il messaggio governativo è volto ad accrescere la sicurezza delle persone coinvolte in episodi di violenza domestica, mediante risposte più rapide ed efficaci”.