I colonnelli della Lega
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17.01.2018 - 16:030
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Nessun nuovo coordinatore dopo l'addio di Attilio Bignasca. Tramontata l'ipotesi di Norman Gobbi capo partito. Il Movimento sarà governato dal tavolo dei colonnelli. La Lega 3.0 riparte con una nuova formula

Dopo la presidenza del fondatore Giuliano Bignasca, il coordinamento del fratello Attilio, ora si passa a una gestione collegiale del Movimento di via Monte Boglia. Tutti leader, nessun leader, si potrebbe riassumere. Una modalità sconosciuta alle nostre latitudini dove siamo abituati ad avere un presidente per ogni partito

LUGANO - Ma alla Lega serve davvero un nuovo coordinatore? Ce lo chiedevano in un articolo dello scorso ottobre, anticipando l’intenzione da parte del Movimento di non procedere a una sostituzione di Attilio Bignasca, che ha lasciato l'incarico negli scorsi mesi.

 

Gli ultimi sviluppi confermano questa linea. C’è dunque una risposta alla domanda ed è “no”. Per il momento nessuna successione all’orizzonte: la carica resterà vacante, forse per sempre. A governare il Movimento sarà il tavolo dei colonnelli, ovvero il gremio che riunisce i principali dirigenti leghisti.

 

L’ipotesi di un impegno da parte di Norman Gobbi alla testa del partito, che pure c’è stata ed è stata concreta, si è affievolita di settimana in settimana. Ed oggi va derubricata a idea del passato. Alla fine ha prevalso la tesi che la carica di Consigliere di Stato, sia politicamente che come mole di lavoro, sia inconciliabile con quella di capo politico.

 

La Lega 3.0 riparte dunque con una nuova formula. Dopo la presidenza del fondatore Giuliano Bignasca, il coordinamento del fratello Attilio, ora si passa a una gestione collegiale del Movimento. Tutti leader, nessun leader, si potrebbe riassumere. Una modalità sconosciuta alle nostre latitudini dove siamo abituati ad avere un presidente per ogni partito.

 

Il Movimento continua quindi ad essere un caso a parte nella costellazione politica ticinese. Nessun congresso, nessun comitato, un’articolazione sul territorio abbastanza indipendente e slegata dal partito cantonale, ma un direzione allargata per quanto attiene le strategie più importanti e i temi cruciali dell’agenda politica. E questo risultato è un classico paradosso leghista che conferma la capacità di adattarsi e rinnovarsi del Movimento: da partito del Capo, al partito dei Capi. O colonnelli che dir si voglia.

 

La gestione della comunicazione, uno dei compiti principali di un presidente, è stata diluita tra il nuovo portavoce Andrea Censi, i Consiglieri Nazionali Quadri e Pantani per quanto attiene i temii federali e al capogruppo Daniele Caverzasio per quanto riguarda le faccende di Gran Consiglio.


AELLE

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