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04.12.2018 - 14:090
Aggiornamento: 15:06

Neve che scotta... Scoppia "Fresopoli" e nel mirino finiscono attribuzioni sospette dei lavori di sgombero da parte dei funzionari cantonali. Pronzini chiede di attivare l'alta vigilanza sul Governo

I casi riguardano la Vallemaggia e l’alta Valle di Blenio, ma anche l’alta Leventina

BELLINZONA – Il caso è stato battezzato “Fresopoli”, dalle frese che venono usate per sgomberare la neve dalle strade. LaRegione parla di modalità sospette di attribuzione dei lavori da parte dei funzionari del Dipartimento del territorio. E il deputato Matteo Pronzini chiede di attivare l’alta vigilanza sul Consiglio di Stato in relazione a queste “palesi irregolarità nell’assegnazione degli appalti per la fresa neve”.

Quanto pubblicato da LaRegione negli ultimi due giorni è estremamente grave, scrive il deputato del MPS: “Alti funzionari dell’amministrazione cantonale sarebbero sospettati non solo di non aver vigilato a dovere sulla regolarità e il rispetto dei bandi di concorso, bensì anche di aver favorito determinate ditte a scapito di altre”. 

Insomma, aggiunge, “da quanto è dato da capire quando i concorsi pubblici per il servizio fresa neve non vengono vinti dalla ditta giusta sembra che vi sia una prassi di annullarli e procedere per dei mandati diretti. Non è neppure chiaro se il direttore del Dipartimento, il consigliere di stato Claudio Zali, nella misura in cui sia stato direttamente  informato sia intervenuto tempestivamente e con determinazione”.

Pronzini chiede dunque l’attivazione dell’alta vigilanza e che la sua richiesta sia sottoposta al Plenum del Gran Consiglio per discussione e decisione nella seduta di dicembre.

I casi riguardano la Vallemaggia e l’alta Valle di Blenio, ma anche l’alta Leventina, dove da diversi anni la pulizia di due lotti era affidata alla stessa ditta.

Nel 2016 quei lotti vengono messi a concorso e la ditta, che aveva da poco acquistato macchine più performanti per ridurre i tempi di sgombero, arriva seconda, dopo che i funzionari hanno modificano l’offerta aumentando così il prezzo dei suoi servizi.

I due lotti vengono dunque deliberati ad altri concorrenti. La ditta scartata ricorre e il Dipartimento decide di annullare i concorsi per poi comunque assegnare uno dei due lotti allo stesso vincitore tramite un mandato diretto.

Anche nel Malcantone, scrive il giornale, il servizio calla neve è finito al centro di polemiche. In particolare il concorso 2016-2017. Il titolare di una ditta sostiene di essere stato escluso in maniera perlomeno strana. Chiede un incontro al Dipartimento con il suo legale, ma siccome la sua ditta, per conto del Cantone, esegue anche dei lavori di pulizia delle scarpate lungo le strade, gli viene “caldamente consigliato” di smetterla di lamentarsi, pena la rescissione del contratto.

Ma lui non si ferma: “Nei capitolati dei concorsi tutto è chiaro, nero su bianco – ha detto a LaRegione -. Ma, puntualmente, le regole del gioco vengono stravolte. Ho segnalato, a più riprese, anche delle irregolarità nell’esecuzione dei lavori (che poi portano a fatture “gonfiate”) o nella logistica, ma nessuno è mai intervenuto. Come pure il fatto, non raro, di suddividere i grandi lotti in fatture sotto i 5mila franchi, così da sfuggire a qualsiasi forma di controllo grazie al mandato diretto”.

 

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