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21.11.2019 - 18:320

40 anni di Legge a tutela degli 'invalidi adulti'. Servono 160 posti entro il 2022. Il ministro De Rosa: "Parola d'ordine: inclusione"

Il Governo ha approvato la Pianificazione per il prossimo quadriennio. Il direttore del DSS ha invece parlato di come è cambiata la politica di sostegno verso chi necessita di assistenza

BELLINZONA – Nella seduta del 6 novembre il Consiglio di Stato ha approvato la Pianificazione 2019-2022 delle strutture e dei servizi per invalidi adulti finanziati dalla Legge sull’integrazione sociale e professionale degli invalidi.

Con questo importante documento l’Esecutivo ha definito gli orientamenti e le priorità del settore della disabilità per il quadriennio 2019-2022. Nella sua elaborazione si è voluto sottolineare l’intersettorialità che caratterizza l’approccio in questo ambito, vero e proprio valore aggiunto dello strumento di Pianificazione appena approvato. Una visione d’insieme capace di tener conto delle politiche in favore delle persone anziane o di gestione delle casistiche psichiatriche.

La Pianificazione si muove su un doppio binario che permette un’analisi approfondita dell’intero settore. Quantitativamente si è proceduto con un calcolo del fabbisogno di nuovi posti per il quadriennio utilizzando un metodo empirico induttivo. Da un punto di vista qualitativo si sono volute approcciare le principali sfide di oggi e di domani proponendo nel contempo delle piste di intervento.

Nello specifico, entro il 2022 si intendono realizzare 160 posti per invalidi adulti suddivisi in 70 con presa in carico diurna, 10 con presa in carico notturna e 80 con presa in carico completa. Come ben evidenziato nel documento, il settore è particolarmente dinamico, con nuovi bisogni e necessità che emergono e cambiano in modo continuo. Il Cantone, e per esso l’Ufficio degli invalidi, monitora attentamente l’evoluzione e dà prova di flessibilità nel compiere le scelte, rispondendo così in maniera adeguata alla domanda che giunge dal territorio. Particolarmente positivo e confortante il fatto che dei 160 posti pianificati molti sono già stati individuati, e altri sono oggetto di colloqui in corso tra Dipartimento e enti. Benché contenuta nei numeri resta tuttavia ancora da definire una parte di fabbisogno, che risulta essenziale per garantire la citata flessibilità.

I numerosi temi che trovano spazio nel documento pianificatorio rispecchiano la complessità e l’unicità del settore. Nei prossimi anni infatti si presterà particolare attenzione, evidenziando e attuando le necessarie misure, alla problematica dell’invecchiamento delle persone con disabilità, conseguenza della stagione del baby boom che riguarda anche questa fascia della popolazione. Inoltre sarà importante dare delle risposte alla sfida dell’autismo, per la quale il Cantone da alcuni anni si sta portando promotore della sperimentazione di forme di presa in carico adatte a questa casistica particolarmente fragile. Verrà accentuato lo sforzo in favore dei famigliari curanti, attraverso la promozione di progetti ad hoc e lo sviluppo dei posti di soggiorno temporaneo, che rappresentano per le famiglie un’importante possibilità di sgravio nel loro difficile compito. Parallelamente si intende implementare sul territorio dei posti dedicati alle urgenze, definendo compiutamente questo concetto. Per la già citata casistica psichiatrica sarà necessario trovare soluzioni adeguate quando questa si abbina a disabilità da dipendenze, evitando ricoveri impropri in strutture che non sono state create per questa fascia di popolazione.

I costi derivanti dalla realizzazione dei nuovi posti per il quali esiste già un avvallo formale o informale sono in linea con il preventivo e il piano finanziario di gestione corrente 2021-2023. Si prevede un maggiore investimento di 3,6 milioni nel 2020, 2 milioni nel 2021 e 3,5 milioni nel 2022.

Il settore della disabilità è estremamente dinamico e porta con sé caratteristiche specifiche che necessitano di capacità di risposta a bisogni nuovi e spesso inattesi, cambiamenti repentini e problematiche urgenti. Per questo motivo il Consiglio di Stato, approvando la Pianificazione 2019-2022, sottoscrive i principali assi d’intervento garantendo nel contempo le risorse per garantire risposte rapide e adeguate alle sfide che emergeranno durante il quadriennio.

Di seguito il discorso tenuto dal Consigliere di Stato Raffaele De Rosa in occasione dei festeggiamenti per il 40esimi anniversario della Legge sull'Integrazione Sociale e professionale degli invalidi (LISPI) al Centro professionale e sociale di Cugnasco-Gerra

La LISPI, che stiamo festeggiando, si presenta ancora oggi come una legge all’avanguardia. Una legge socialmente preziosa, per la quale il canton Ticino è diventato esempio positivo negli altri Cantoni. È uno strumento normativo che permette di dare risposte rapide, adeguate, confacenti ai bisogni della società, in maniera flessibile e considerando i continui cambiamenti che contraddistinguono il mondo della disabilità. Solo la sua denominazione si può considerare superata declinando l’invalido in “persona con disabilità”.

Grazie all’ottima collaborazione di tutti i partner, enti e associazioni presenti sul territorio, la LISPI è diventata un tassello fondamentale per quanto riguarda la pianificazione delle strutture e dei servizi per invalidi adulti. Pianificazione che è stata presentata dal Consiglio di Stato all’inizio di questo mese. Questa legge permette di erogare importanti contributi dell’ordine di circa 120 milioni di franchi.

Sarebbe però riduttivo associarla al solo aspetto finanziario. Fra i postulati generali ad esempio si esplicita come l’integrazione debba tradursi “nel rispetto della dignità e della personalità” del soggetto o ancora “nella possibilità di svolgere un lavoro creativo e non alienante”. Già 40 anni or sono il termine ‘invalido’ era ritenuto inappropriato per descrivere la situazione delle persone beneficiarie della LISPI. Don Giovanni Maria Colombo, cui va riconosciuto un fattivo contributo alla formulazione della legge, proponeva allora la seguente riflessione. “Come chiamarli?   ... "Handicappati": è irriverente ... "Debili": è ingiusto, perché se sai ascoltarli, si rivelano pieni di forza. "Invalidi": non va ..."Minorati": è di una indelicatezza fenomenale. "Diversi": non è preciso, perché ogni individuo è diverso dall'altro.  ….   Non c'è nessun filo d'erba che sia uguale ad un altro filo d'erba. "Impediti": è forse più fine, ma non è esatto del tutto ... Forse è meglio chiamarli "feriti" più che dentro nella loro struttura, fuori dalla società che li schiva ... L'ideale è di chiamarli ciascuno per nome”.

Infatti poi nel corso dei decenni le parole di riferimento sono mutate, sia nel definire le persone interessate, sia il pensiero teorico che muove le politiche e le azioni a favore di queste persone. Si è così passati dal concetto di “inserimento” a quello di “integrazione”, e più recentemente, a quello di “inclusione”. Questo è stato possibile grazie alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità approvata nel 2007. Promuovere l’inclusione significa lavorare per cambiare le regole del gioco e far sì che ogni persona, indipendentemente dalla propria condizione, non subisca trattamenti differenti e degradanti, non viva o lavori in luoghi separati ma abbia le medesime opportunità di partecipazione e coinvolgimento nelle scelte che la riguardano. Detto altrimenti questo significa la piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società tutta, nel rispetto per la ricchezza delle differenze e nell’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa.

Grazie a questi principi fondamentali e a questi approcci è possibile costruire delle risposte assieme agli utenti, alle loro famiglie e agli enti del settore. Chi offre il proprio sostegno direttamente alle persone con disabilità svolge un compito fondamentale. Agli enti, alle numerose associazioni e fondazioni attive, agli operatori del settore, ai familiari curanti e ai molti volontari va la nostra gratitudine. In ambito sociale sono veramente tante le persone che si dedicano, con amore e passione, al bene comune. Questo è uno dei miracoli del Ticino, dove la generosità e l’altruismo fanno sì che una moltitudine di persone metta a disposizione il proprio tempo per dare sollievo e conforto ai meno fortunati.

Nel contesto molto fluido ed in costante movimento in cui si inserisce la LISPI vi sono dei principi cardine e dei valori fondanti che mi stanno a cuore, sia come Consigliere di Stato, sia come cittadino, tra cui l’inclusione sociale, l’integrazione professionale, la protezione e la libertà di scelta. Impegniamoci tutti per fare in modo che le persone con disabilità siano considerate come importante risorse anche in ambito lavorativo e occupazionale.

Questi fattori, che sono parte integrante del vostro agire quotidiano e per questo vi ringrazio, sono stati fondamentali nel designare la nuova pianificazione e soprattutto sono stati condivisi dall’intero Consiglio di Stato. Colgo l’occasione per ringraziare i membri della Commissione LISPI per il lavoro svolto in questi anni: con motivazione e costanza hanno giocato un ruolo attivo nella concezione e nella stesura del documento, portando avanti i concetti che vi ho citato poc’anzi. Un sentito ‘grazie’ anche ai collaboratori dell’Ufficio invalidi e della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie, per il loro prezioso contributo. Permettetemi poi un elogio particolare al lavoro svolto qui, al Centro professionale e sociale di Gerra Piano, per l’importante, competente e diversificato servizio di accompagnamento offerto. È indispensabile riuscire a fornire risposte il più possibile mirate all’utenza: ringrazio il direttore Christian Grassi, e tutto il team, per il vostro impegno quotidiano.

Per entrare brevemente nel merito della nuova pianificazione 2019-2022, nel documento viene evidenziata la necessità di 160 nuovi posti, di cui una buona parte già assegnati. Al di là del dato quantitativo, un elemento importante è rappresentato dagli aspetti qualitativi. Per sottolineare l’importanza di questi elementi è stata svolta un’indagine con gli enti che ha permesso di evidenziare progetti, iniziative e nuovi bisogni. Sono così state affrontate tematiche legate all’invecchiamento sia dell’utente sia della cerchia familiare, all’inserimento professionale, alla mobilità e all’accessibilità, per citarne alcune. Per garantire una presa a carico di qualità è necessaria una formazione adeguata: il documento di pianificazione mette l’accento anche su questo tema.

Un altro importante elemento che emerge dal documento approvato dal Consiglio di Stato è quello dell’intersettorialità. Per considerare la persona nella sua totalità è determinante mantenere un approccio inter e multi disciplinare, capace di cogliere e sostenere più di una fragilità. Le risposte possono quindi, e devono essere, coordinate fra più settori e ambiti. Si è inoltre posto l’accento sul tema dei soggiorni temporanei, che sono un bisogno sempre più accertato e rappresentano un sostegno concreto ai familiari curanti. Da questo punto di vista si desidera offrire risposte flessibili in funzione dei bisogni espressi, con una costante attenzione alla qualità delle prestazioni erogate.

Con la nuova pianificazione si prevede sull’arco di tre anni un aumento dei costi di gestione di 9 milioni e dei costi di investimento di 8 milioni. Il Consiglio di Stato è convinto della necessità di continuare a investire in questo ambito. L’obiettivo dovrà rimanere quello di costruire un ambiente che sostiene le persone con disabilità, d’intesa con la rete sul territorio e con la prospettiva di preparare il Ticino di domani, perché si possano realizzare le opere e mettere in atto le adeguate strategie per il futuro.

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