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10.12.2019 - 17:290
Aggiornamento: 11.12.2019 - 08:44

“Più che dei lunghi coltelli, sarà la notte dei coltellini svizzeri"

Fabio Regazzi e Marco Chiesa ci guidano nel dietro le quinte dell'elezione del Consiglio Federale. Tra pronostici, retroscena e qualche confidenza

di Andrea Leoni

BERNA - “Più che dei lunghi coltelli, sarà la notte dei coltellini svizzeri”. La battuta, fulminante, è di Fabio Regazzi e fotografa un’atmosfera che non suggerisce colpi di scena alla vigilia dell’elezione del Consiglio Ferderale.

Gli fa eco il neo senatore Marco Chiesa, con un’altra battuta: “Mi sembra che ci sarà la tempesta prima della quiete”, dice riferendosi al carrozzone mediatico che andrà in scena questa all’hotel Bellevue, a due passi da Palazzo Federale, dove si celebra la Notte dei lunghi coltelli.

Calma piatta

Domattina, deputati e senatori riuniti, dovranno eleggere il Governo della Svizzera. L’unica incognita è legata al seggio di Ignazio Cassis, attaccato dai Verdi con la presidente Regula Rytz. Ma dopo gli scossoni post elettorali provocati dall’Onda verde, la candidatura ecologista ha perso forza giorno dopo giorno. E oggi, da Berna, nessuno si aspetta il ribaltone. A cominciare dai nostri interlocutori, che abbiamo raggiunto telefonicamente a Palazzo.

“Al momento - afferma Fabio Regazzi - non si respira una grande tensione. C’è qualche schermaglia ma si tratta per lo più di petardi neanche tanto rumorosi, direi anzi quasi un po’ bagnati”. E la stessa percezione si respira nell’altra Camera, quella degli Stati, come spiega Marco Chiesa: “Non ci sono segnali che qualcosa possa cambiare. C’è calma piatta. Anche perché mi sembra che i Verdi abbiano un po’ le armi spuntate. Forse loro stessi hanno capito che non ci sono le premesse per non rieleggere un Consigliere Federale in carica. I colleghi con cui ho chiacchierato in questi giorni, inoltre, mi sono sembrati abbastanza convinti dell’idea che bisogna attendere ancora quattro anni per capire il gradimento della politica ecologista da parte della popolazione”.

"Sarà una notte mediatica" (senza tirare troppo tardi...)

Però stasera c’è la Notte dei lunghi coltelli. Un appuntamento “obbligatorio” per i rappresentanti della politica svizzera. “Ma credo - profetizza Regazzi - che sarà più una serata all’insegna dell’entertainment, con i giornalisti a caccia di qualche qualche deputato che, magari dopo un paio di birre, si lasci andare ad esternazioni politicamente piccanti. Sarà più che altro una notte mediatica, anche perché se si vuole davvero escogitare qualche piano concreto, lo si fa lontano dai riflettori”. Di sicuro sarà mediatica la notte del Consigliere agli Stati UDC: “Sono invitato a Infrarouge, la trasmissione della televisione della svizzera francese che farà la diretta dal Bellevue. La Notte dei lunghi coltelli è comunque sempre affascinante, anche se più giornalistica che di sostanza, in questa occasione. Poi, per carità, ci lasceremo sorprendere dagli eventi….”.

Il gruppo PPD si ritroverà domattina alle 6.45, quello dell’UDC alle 7.00, per affinare le ultime strategie. Orari bernesi, che i latini faticano a digerire. Quindi Notte dei lunghi coltelli sì, ma fino a un certo punto: “Anche a un cacciatore come me che è abituato ad alzarsi presto - conferma Fabio Regazzi - la ragionevolezza suggerisce di non strafare con gli orari. Poi gli anni passano e si fa sempre più fatica a recuperare. Speriamo di non trovare la compagnia giusta, che è sempre quella che ti conduce alle ore piccole…”. Chiesa, dal canto suo, sembra più propenso a sfidare la notte: “ Anche perché la trasmissione comincia alle 11.00, quindi anche volendo non potrò andare a letto presto”.

"Il Gruppo PPD sarà compatto"

Torniamo alla politica. Gli occhi di tutti gli osservatori sono puntati sul PPD, l’unico gruppo che potrebbe dare una possibilità ai Verdi di entrare in Consiglio Federale (anche se ha detto che non lo farà). Ma la frazione è compatta? “Dai segnali che ho percepito - risponde Regazzi - il gruppo se non sarà monolitico, sarà comunque molto compatto. Qualcuno ha cercato di alimentare delle speculazioni su strategie alternative, ma non c’è niente di reale dietro. Mi aspetto pochissime defezioni rispetto alla linea ufficiale che propone di confermare il Consiglio Federale in carica”.

E il fatto che all’interno della Deputazione ticinese ci siano due deputate, Greta Gysin e Marina Carobbio, che non sosterranno Cassis, ha creato degli attriti? “I membri della Deputazione - risponde il Consigliere Nazionale PPD - sono come i parenti, non te li scegli. Rappresentiamo tutti dei partiti e ognuno ha la libertà di votare chi crede, ci mancherebbe. È chiaro che, a titolo personale, mi fa un po’ specie sentire che due rappresentanti del Ticino sono pronte a sacrificare l’unico seggio italofono in Governo, riconquistato dopo vent’anni e dopo tante lamentale”.

E Cassis come sta?

E Cassis come vive queste ore? Lo avete visto, ci avete parlato, chiediamo ai nostri interlocutori.  “All’inizio era abbastanza preoccupato - risponde Chiesa - poi negli ultimi giorni l’ho sentito più sollevato”. “Mi è sembrato abbastanza sereno. Non ha dato segni di particolare tensione”, conferma Regazzi.

Chiesa, la nuova avventura agli Stati e la telefonata di Fabio Abate

E per concludere due parole con il senatore UDC, che ieri ha rotto la regola non scritta che impone ai neo Consiglieri agli Stati di non prendere la parola durante la prima sessione della Legislatura. Ma si dibatteva di Libera circolazione e il ticinese Marco Chiesa ha violato il protocollo: “Per gli altri è stata un po’ una doccia gelata….hanno acconsentito a farmi parlare ma, si sono raccomandati, “corto, senza fronzoli e senza attaccare nessuno”. Alla fine è andata bene”.

Com’è stato l’impatto con la nuova Camera? “Molto bello. Agli Stati ti senti assolutamente slegato dai partiti. Ho trovato un’ottima accoglienza, qui ci si chiama tutti per nome”.

Da quando è diventato senatore ha trovato un’altra considerazione da parte del Palazzo e del partito? La trattano in modo diverso? “Assolutamente sì, questo è uno degli aspetti che ho percepito più chiaramente.L’aurea che accompagna i Consigliere agli Stati è diversa rispetto a quella dei Consigliere Nazionali, perché siamo eletti con il maggioritario e rappresentiamo un intero Cantone. Anche con i Consiglieri Federali il rapporto è diverso”.
 
Ha sentito qualcuno dei suoi predecessori? “Filippo Lombardi l’ho incrociato qui a Palazzo. Fabio Abate, invece, mi ha telefonato dicendomi che era a disposizione nel caso avessi avuto bisogno di un aiuto per introdurmi. Un gesto elegante che ho molto apprezzato”. 

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