POLITICA E POTERE
Gobbi chiede a ChatGPT: "Cos’è una giustizia moderna per i cittadini?”. Ecco la risposta dell'intelligenza artificiale
Per il discorso di apertura dell'anno giudiziario, il ministro si è affidato all'intelligenza artificiale. Nuovo appello al Parlamento per l'acquisto dello stabile Botta a Lugano

di Norman Gobbi* (estratto del discorso)

Alla domanda “Cos’è una giustizia moderna per i cittadini?” ho ottenuto la seguente risposta.

Vi leggo una citazione: “Una giustizia moderna per i cittadini è un sistema giudiziario equo, trasparente e accessibile per la collettività tutta. Questo sistema deve garantire il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, la tutela della dignità delle persone e la protezione dei più deboli. Inoltre, deve essere in grado di garantire la rapida risoluzione delle controversie, la prevenzione della criminalità e la punizione dei reati in modo giusto ed efficace. Una giustizia moderna deve anche essere in grado di adattarsi ai cambiamenti sociali e tecnologici, utilizzando le tecnologie digitali per migliorare l'efficienza e l'accessibilità del sistema giudiziario”. Fine della citazione.  

La fonte? ChatGPT edizione gratuita, in risposta – come detto – alla domanda cos’è una giustizia moderna per i cittadini. Impressionante. Impressionante non solo per il contenuto, risultato della raccolta di informazioni da parte di algoritmi generativi, ma anche perché ritrovo in questo testo di ChatGPT molti elementi sui quali come Dipartimento delle istituzioni e per esso la Divisione della giustizia stiamo lavorando.  

Il tema della trasparenza e dell’accessibilità alla giustizia avantutto. Dopo la recente approvazione di una mozione da parte del Parlamento sul tema pubblicità del Potere giudiziario, è stato avviato un progetto che farà uso dell’intelligenza artificiale, in tutta sicurezza dei dati, per anonimizzare e riassumere le decisioni giudiziarie e catalogarle nel nuovo sito internet accessibile a tutti www.sentenze.ti.ch, che conta oggi oltre 500 utenze giornaliere. Questo progetto, che nel corso dell’autunno vedrà coinvolti i rappresentanti della Magistratura, imporrà una discussione sul tema della pubblicità e informazione del Potere giudiziario.    

Dalla citazione di ChatGPT emerge anche il tema della protezione dei più deboli.  Un tema, questo, che concretizza la storica riforma in atto dell’organizzazione delle Autorità di protezione votata dal Popolo ticinese lo scorso novembre.  
Una riforma che persegue l’obiettivo di cogliere l’evoluzione naturale dell’attuale organizzazione amministrativa comunale delle Autorità di protezione verso un’organizzazione giudiziaria, allo scopo di migliorare la risposta dello Stato in questo ambito sensibile, a tutela della popolazione più fragile residente nel nostro Cantone.  

Una riforma che vedrà la creazione delle Preture di protezione, nuove autorità giudiziarie sancite dalla Costituzione cantonale, specializzate nel diritto di protezione del minore e dell’adulto, presenti su tutto il territorio cantonale con un assetto organizzativo innovativo e moderno per l’amministrazione della Giustizia cantonale.  

ChatGPT ci rammenta anche il tema dei tempi ragionevoli di evasione delle procedure.  Quale Direttore del Dipartimento delle istituzioni, non posso che auspicare che la Giustizia venga amministrata in tempi ragionevoli. “Giustizia ritardata è giustizia negata”, osservava Montesquieu.  E non è solo una questione di risorse, come già indicato negli scorsi anni in questa medesima sede, ma anche di conduzione, definizione di obiettivi, comunicazione con i propri collaboratori e valutazione annuale degli stessi come disposto dalla legge; strumento – quello della valutazione con la definizione di obiettivi – oggi non utilizzato dalla Magistratura, tranne poche eccezioni.

Tornando all’estratto di ChatGPT: una giustizia moderna deve essere in grado di garantire la prevenzione della criminalità e la punizione dei reati in modo giusto ed efficace.  

Una giustizia moderna – secondo ChatGPT – deve anche essere in grado di adattarsi ai cambiamenti sociali e tecnologici, utilizzando le tecnologie digitali per migliorare l'efficienza e l'accessibilità del sistema giudiziario”.  

Il progetto “Justitia 4.0”

La rivoluzione tecnologica in corso nel mondo e anche nel nostro Paese, trasformerà anche l'amministrazione della giustizia, rendendo il suo accesso più facile e meno costoso. Il progetto nazionale “Justitia 4.0”, voluto dai Cantoni e dalla Confederazione, nonché dai Tribunali e dai Ministeri pubblici, costituirà una grandissima sfida che toccherà a breve tutte le autorità giudiziarie come pure gli avvocati.  

È infatti stato chiarito dal recente Messaggio licenziato il 15 febbraio 2023 dal Consiglio federale concernente la piattaforma per la comunicazione elettronica nella giustizia, ora oggetto di discussione nella preposta commissione parlamentare federale, che la giustizia che opera nell’ambito civile e penale, dovrà comunicare in forma elettronica nell’ambito dei rispettivi procedimenti giudiziari, presumibilmente a partire dal 2026, con un periodo transitorio di alcuni anni.  

Questo importante cambiamento legislativo avrà un impatto sostanziale sul modo di operare della giustizia che vedrà scomparire l’incarto cartaceo e, di conseguenza, le competenze e l’abilità per lavorare in digitale diventeranno un requisito fondamentale per tutti.  

Grazie alla gestione elettronica dell’incarto, i documenti saranno disponibili simultaneamente per tutti in qualsiasi momento: in ufficio, in tribunale, in aula udienze o a casa, l’incarto elettronico sarà sempre accessibile. Non sarà quindi più necessario far capo alla posta e agli spostamenti fisici con un’ottimizzazione dei tempi e quindi dei costi. Grazie alla comunicazione elettronica in ambito giudiziario, tutti avranno lo stesso livello di informazione perché verranno eliminati i ritardi causati dagli scambi postali.

La cessazione del coordinamento delle attività amministrative e logistiche quali l’organizzazione del lavoro di fotocopiatura, di trasmissione degli incarti dal Tribunale allo Studio legale, ecc., implicherà una diminuzione delle attività amministrative a beneficio dell'attività giudiziaria, che porterà verosimilmente a una maggior celerità e di riflesso a una riduzione dei costi della giustizia.  

Nuovo appello al Parlamento per l'aquisto dello stabile Botta

Ma per implementarla da parte delle istituzioni giudiziarie cantonali e anche da parte degli studi di avvocatura, occorrono anche le strutture logistiche. Palazzo di giustizia a Lugano soffre da anni di carenze strutturali. Ho preso atto di quanto indicato nel Rapporto annuale 2022 dal Consiglio della magistratura che ha evidenziato come – cito: «… la situazione logistica generale (…) è da troppo tempo indiscutibilmente critica. Poter disporre di strutture adeguate, che garantiscono standard minimi a livello di spazi, sicurezza, supporto tecnologico, igiene non è un lusso ma la condizione minima per poter lavorare in un contesto decoroso e offrire i servizi dovuti al cittadino, che ha anch’esso il diritto di poter essere accolto dignitosamente. L’immagine dello Stato passa anche attraverso la qualità degli stabili, soprattutto quelli aperti al pubblico». Fine della citazione.

Condivido le parole del Consiglio della Magistratura e confermo la validità della proposta del Governo presentata nello specifico Messaggio n. 7761 del 27 novembre 2019 di acquistare l’ex Banca del Gottardo/oggi EFG, Stabile Botta a Lugano per ospitare il Tribunale di appello e altre autorità giudiziarie e amministrative legate all’amministrazione della giustizia.

Con lo stabile dell’ex Banca del Gottardo/EFG avremmo una certezza in più di poter implementare entro i tempi definiti dal Parlamento federale il progetto nazionale “Justitia 4.0”, progetto che difficilmente senza investimenti milionari a Palazzo di giustizia e nello stabile delle Preture in via Bossi a corto termine potremo realizzare.

Un immobile destinato, ed è meglio ricordarlo, alla Giustizia ticinese e non al Capo dipartimento come talvolta qualcuno afferma, dato che la sede governativa è Bellinzona. Un immobile istituzionalmente rappresentativo, di indubbio pregio architettonico e di rilevanza storica, in quanto concepito da un architetto ticinese di fama mondiale. Un immobile per la Giustizia cantonale nel Luganese che agli occhi dei cittadini verrebbe indubbiamente col tempo associato alla Giustizia ticinese – come oggi avviene per il Palazzo di giustizia – e a una Giustizia moderna, capace di rispondere a quelle esigenze che ben ha riportato il testo estratto redatto dall’intelligenza artificiale.

II mio auspicio è che il Parlamento cantonale sappia essere lungimirante, anche in un momento di difficoltà finanziaria, investendo in uno stabile di pregio, già edificato e funzionale a corto termine per le esigenze digitali, riconoscendo così implicitamente il ruolo fondamentale del Potere giudiziario in uno Stato di diritto. E mi auguro che questo mio pensiero si associ il vostro quali Magistrati, addetti ai lavori e cittadini tutti, in favore della Giustizia cantonale.

* Direttore Dipartimento Istituzioni - Per leggere il discorso completo clicca qui

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