L'ANALISI - Mentre in Ticino ci lamentiamo per qualche mendicante, la patria dell'alta tecnologia vive situazioni di degrado e disagio che fanno rabbrividire
di Marco Bazzi
SAN FRANCISCO - Le guide turistiche avvertono che a San Francisco troverete molti barboni. Ma che non sono pericolosi e, dopo il primo impatto, vi abituerete. Si calcola che a Frisco gli homeless siano oltre 10'000. Vivono in strada dal mattino alla sera. Poi cercano un riparo dove dormire.
Noi ci allarmiamo perché nelle nostre cittadine c’è qualche mendicante o qualche musico andino che chiede spiccioli, o perché ci sono troppi venditori di rose. Ma basta mettere fuori il naso dal Ticino per rendersi conto di quanto siamo un’isola felice. Passate qualche giorno a San Francisco e vi renderete conto del valore delle nostre reti sociali, per quanto ci siano anche in Ticino persone che faticano a vivere.
Le foto che corredano questo articolo sono state scattate in una delle regioni più ricche d’America, a pochi chilometri dalla Silicon Valley, sede dei giganti dell’alta tecnologia, e dalla Napa Valley, dove tra i vigneti sono stati replicati i “chateau” del Bordeaux.
Ma San Francisco dimostra che la produzione di ricchezza non basta a sconfiggere la povertà, e che la nazione considerata un faro di civiltà ha una socialità che fa rabbrividire. A pochi metri dalla sede amministrativa di un colosso come Twitter decine di senza tetto dormono all’addiaccio.
È l’America delle contraddizioni, e qualcuno dirà che è sempre stata il paese delle contraddizioni. Ma vedere queste persone brancolanti, stese per terra tra i loro stracci, che sembrano zombie usciti dal film di Romero, è un pugno nello stomaco. E non puoi far finta di nulla. Ti chiedi, guardandoli, se alcuni di loro passeranno la notte, talmente sono devastati e deboli. Ti chiedi quanto potranno vivere ancora.
C’è chi sostiene che molti barboni di San Francisco siano diventati tali per scelta, e che siano giunti così numerosi in questa città per via delle leggi molto tolleranti. Ma la maggior parte non ha l’aria di aver scelto il proprio stato.
Forse alcuni sono “veterani” delle ultime guerre americane che al ritorno in patria si sono trovati con un pugno di mosche. Molti sono sicuramente vittime dei recenti terremoti economici. Molti sono completamente pazzi, urlano per strada, parlano da soli, alcuni portano sul corpo i segni devastanti delle droghe sintetiche a basso prezzo, che divorano la pelle come peste.
Nella città dove Jack London e poi Jack Kerouac esaltarono la figura del marginale, dove nacquero la cultura Beat e il movimento hippy, il vagabondaggio è stato storicamente rispettato come una scelta di vita. Negli anni in cui l'allora sindaco Giuliani ripuliva la sua New York, all’ombra del Golden Gate sopravviveva un'oasi di tolleranza.
A San Francisco ogni homeless riceve dal municipio circa 350 dollari al mese più pasti gratuiti. Anche per questo Frisco è diventata la capitale dei barboni, anche se il clima, freddo e ventoso, non è tra i migliori per una vita da strada.
E poi, girando per le strade sul far della sera, ti chiedi dove sia la distribuzione di pasti caldi. Vedi solo mucchi di persone che cercano un riparo, nell’androne di un palazzo, all’entrata di un grande magazzino, o sotto una tenda improvvisata. Le loro poche cose se le trascinano dietro tra la polvere o le tengono in un carrello da spesa.
“ Il 70% dei soldi dati agli homeless finisce subito in alcol e droga”, afferma Pablo Stewart, direttore dell'ospedale psichiatrico di Haight-Ashbury, che critica la generosità cittadina: ”È sbagliato da un punto di vista clinico, è quasi sadico offrire dei contanti a individui che hanno dimostrato la loro incapacità a gestirsi”. E il numero di morti per droga aumenta nei giorni in cui i senzatetto ricevono la paga comunale, le morti di homeless a San Francisco sono salite da 150 all’anno nel 1996 a alle 200 degli ultimi anni.
La Silicon Valley è famosa in tutto il mondo per la sua economia e qualità della vita. Nel 2012 sono stati creati 46’000 nuovi business e 92’000 posti lavoro. Ma il costo della vita è esploso e ha provocato le proteste di chi vive a San Francisco ma non lavora nel mondo dorato di Apple e di Microsoft.
La città si pulisce la coscienza spendendo stando alle cifre ufficiali, 165 milioni di dollari all'anno per gestire il fenomeno. Ma il fenomeno cresce e negli ultimi dieci anni si è registrato l’arrivo di 6’000 nuovi homeless, un migliaio dei quali sono giovani e bambini.
A Palo Alto è stato decretato il divieto di dormire in macchina ed è stato chiuso l'accesso alle docce pubbliche. Molti vorrebbero anche chiudere il vicino accampamento di San José perché i barboni sporcano e contaminano le acque della zona.
“La geografia del barbone – scriveva qualche anno fa su Avvenire lo psichiatra Vittorino Andreoli - è quella dei paesi arricchiti, dove la sopravvivenza è legata al superfluo, all’inutile; dove si muore per "iperalimentazione" e ogni cittadino ha almeno un’auto; dove lo spreco è il sistema d’esistenza, il consumo il criterio di identità e gli oggetti hanno la dignità della carne umana. Sono concentrati dove dominano gli eroi dell’oro, le dinastie del denaro. Non ho trovato barboni in Africa, nell’Asia della fame: qui domina la povertà. Anche nell’Occidente ricco c’è povertà, ma ha un volto differente dal barbone”.
E concludeva: “Questa "maschera" d’uomo servirà a vedere meglio le maschere "disumane" che ognuno di noi indossa. Il barbone è la maschera del mistero, fatto di vuoto, di silenzio e di una lunga, disordinata barba”.