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Secondo Me
10.08.2014 - 15:510
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Giorgio Ghiringhelli: “Aumentano le segnalazioni di donne velate in Ticino, eppure dicevano che era un problema inesistente…”

SECONDO ME: “La Corte europea dei diritti dell’uomo ha respinto il ricorso di una donna contro la legge francese che vieta la dissimulazione del volto. Sentenza indigesta a quanti ci avevano accusati di essere razzisti e xenofobi… Tiè!”

di Giorgio Ghiringhelli

Ultimamente ricevo sempre più spesso segnalazioni sulla presenza di donne in burqa ed in niqab in Ticino, come questa (vedi copertina) scattata ieri a Lugano ed inviatami da un cittadino di quel Comune. Anche ai festeggiamenti del 1. Agosto a Melide, dove l’oratore era il consigliere federale Schneider-Amman, era presente una donna in niqab (ripresa di sfuggita da Teleticino): una bella provocazione, vero ?

Anche se la grande maggioranza del popolo ticinese ha detto un chiaro no alla dissimulazione del volto in pubblico, il divieto non è ancora entrato in vigore perché si attende il nulla osta da Berna al nuovo articolo costituzionale ticinese, al quale dovrebbe seguire una legge di applicazione che dovrà essere sottoposta dal Consiglio di Stato al Gran Consiglio.

Quando tre anni fa avevo lanciato l’iniziativa antiburqa , i contrari al divieto sostenevano che esso era inutile in quanto il problema in Ticino non esisteva. Ed io replicavo che,  senza un divieto, prima o poi il burqa si sarebbe INEVITABILMENTE diffuso anche da noi (come del resto è successo in diversi Paesi dell’Europa e del mondo in cui l’integralismo islamico sta avanzando con i risultati che ogni giorno vediamo un po’ dappertutto ma specialmente nel Medio Oriente, in Libia e in diversi altri Paesi africani…), e che lo scopo dell’iniziativa era proprio di tipo dissuasivo e preventivo, e cioè quello di stroncare fin dall’inizio il diffondersi di questa orribile usanza tribale e oscurantista  che offende non solo la dignità di chi volontariamente o no la pratica, ma anche quella di chi la deve subire suo malgrado nelle pubbliche vie.

Mi sembra che le sempre più frequenti segnalazioni provenienti dal Ticino (ma anche da altri Cantoni) mi stiano dando ragione.

Del resto negli scorsi giorni anche la Corte europea dei diritti dell’uomo ha respinto il ricorso presentato da una donna contro l’analoga legge francese che da tre anni vieta la dissimulazione del volto in pubblico, e alla quale mi ero ispirato per la mia iniziativa. La motivazione addotta dai giudici non era tanto basata sulla sicurezza, ma, come sostenuto dal comitato promotore dell’iniziativa durante i dibattiti che hanno preceduto la votazione popolare dello scorso 22 settembre, sulla difesa di valori e principi della nostra società,  perché la “chiusura” verso il prossimo manifestata da un velo che copre il viso, può in effetti ledere i diritti di chi vuol muoversi in uno spazio che faciliti il vivere insieme.

Una sentenza che è stata certamente indigesta a tutti coloro (specie a certe donne di sinistra che si erano battute per la “libertà” di indossare il burqa…) che ci avevano accusati di essere razzisti e xenofobi e di voler attentare alla libertà di religione, e a tutti quei sedicenti specialisti che ci avevano accusati di non rispettare la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e la nostra Costituzione federale. Tiè!

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