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19.02.2016 - 17:470
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Dopo l'appello dei piccoli commercianti contro la nuova legge sui negozi, Renato Fullin denuncia i metodi di UNIA: "Non mi hanno chiesto consenso". E cita i 300 di Leonida

Il macellaio di Giubiasco: "Mai mi è stato detto che si trattava di una campagna contro la nuova legge. E quanti sono quelli come me?"

GIUBIASCO – Renato Fullin, noto macellaio del Bellinzonese, non ci sta proprio. E denuncia pubblicamente, con una lettera aperta, i sistemi del sindacato UNIA. Senza il suo consenso si è trovato tra i 300 piccoli negozianti che nei giorni scorsi hanno firmato un appello apparso (in pagine a pagamento) sui quotidiani contro la nuova legge sulle aperture dei negozi in votazione il 28 febbraio.
Fullin, che paragona quei 300 ai famosi spartani di Leonida (quelli che tentarono di fermare i Persiani alle Termopili) dice di condividere buona parte dei contenuti delle legge, e rivela che l’appello pubblico in realtà è stato coordinato da UNIA e non, spontaneamente, dai piccoli commercianti. Ecco la sua presa di posizione, che sicuramente farà discutere.

di Renato Fullin *

La carica dei 300 piccoli commercianti, come l’esercito di Sparta messo con le spalle al muro ha delle crepe al suo interno. Sono uno dei 300 commercianti dell’annuncio UNIA apparso in queste settimane per contrastare la nuova legge sulle aperture dei negozi e voglio manifestare il mio più completo disappunto su come e perché il mio nome sia apparso così. 
Verso la fine dell’estate del 2015, e dunque in un’epoca ben precedente alla campagna in corso oggi, una persona, mandata da “un sindacato” (senza specificare volutamente di quale sindacato si trattasse), è venuta nel mio negozio, in pieno orario di lavoro, momento in cui la mia attenzione era richiesta da diverse parti. La persona, che adesso so di UNIA, voleva la mia firma per una petizione contro delle innumerevoli ore supplementari di apertura dei centri commerciali a scapito dei piccoli commercianti.
Mai mi è stato detto che si trattava di una campagna contro la nuova legge sulle aperture dei negozi in votazione in questo mese di febbraio e non sono mai stato avvertito che il mio nome sarebbe apparso su un annuncio. 
Dopo alcuni mesi mi veniva recapitata in negozio una lettera del Signor Gargantini, responsabile del comitato UNIA per il No alla nuova legge che mi ringraziava del mio sostegno e allegava del materiale propagandistico UNIA da esporre in negozio. Grande fu la sorpresa quando vidi per la prima volta su un quotidiano l’annuncio della carica dei 300 piccoli commercianti che garantivano con il loro nome, tra cui il mio, il loro dissenso alla nuova legge. 
Io non ho mai sottoscritto contro la legge, che per molti aspetti condivido nella forma e nella sostanza. 
Penso che per molti altri dei 299 commercianti rimanenti si andata nella stessa maniera. Non condivido i metodi di UNIA nei miei confronti e voglio a questo punto sottolineare che non accetterò che il mio nome appaia un'altra volta senza il mio consenso. 
Ora, se qualcuno pensa che io sia un volta-marsina perché la tendenza popolare è quella di dare il consenso alla nuova legge, devo deluderlo categoricamente. Sfido qualsiasi persona a mettersi nei miei panni in presenza dell’inviato UNIA in negozio che spiega che la grande distribuzione vuole prevaricare sul piccolo commercio. Ecco perché è apparso il mio nome sull’annuncio.

* Macelleria del Borgo, Giubiasco

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