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08.12.2017 - 14:490
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Michele Morisoli: "Salario minimo ed effetti collaterali, tra demagogia e realismo"

Il vicepresidente del PLR: "Ho l'impressione (e la speranza) che dopo la corsa alle rivendicazioni mediatiche di salari minimi più elevati rispetto a quelli proposti dal Governo, il buon senso ed un sano realismo prevarranno e porteranno la maggioranza parlamentare a sostenere la proposta governativa, a mio parere ben equilibrata"

di Michele Morisoli *

Il 14 giugno 2015 la maggioranza dei ticinesi (votanti) decise di approvare un'iniziativa popolare dei Verdi e di modificare la Costituzione cantonale, inserendo il concetto di salario minimo differenziato. Alcune settimane fa il Consiglio di Stato ha licenziato il messaggio all'indirizzo del Gran Consiglio, in cui è proposta la Legge sul salario minimo comprendente i livelli di salario orario minimo da applicare nel nostro Cantone.

Attenzione però: laddove esistono già dei contratti collettivi di lavoro (CCL), non si applicheranno i salari minimi ora proposti dal Governo. Beh, tutto logico a prima vista: se le parti sociali (datori di lavoro e sindacati) si sono accordati su un determinato salario minimo, sembrerebbe saggio non andare a rendere vani gli sforzi fatti. Sennonché vi sono attualmente in vigore dei CCL che prevedono dei salari minimi più bassi, anche sensibilmente, rispetto a quanto oggi propone il Governo.

Aggiungo un elemento che rende ancora più curiosa la situazione: alcuni sindacati e politici molto attivi mediaticamente, preso conoscenza della proposta governativa, hanno subito criticato i salari minimi proposti dal Governo, giocando al rialzo pubblicamente con le richieste di livello minimo salariale. Non intendo entrare nella valutazione di quanta demagogia o opportunismo politico vi siano in tali rivendicazioni. Ognuno può valutare.

E' lecito quindi chiedersi cosa faranno, in caso di approvazione della proposta governativa da parte del Gran Consiglio, i rappresentanti dei lavoratori, i sindacati: manterranno in vigore i CCL che prevedono dei salari minimi inferiori, anche di parecchio? Oppure, per coerenza con il loro ruolo istituzionale di rappresentanti dei lavoratori, decideranno di disdire questi CCL in maniera che siano così applicati i minimi previsti dalla nuova legge cantonale?

Ho l'impressione (e la speranza) che dopo la corsa alle rivendicazioni mediatiche di salari minimi più elevati rispetto a quelli proposti dal Governo, il buon senso ed un sano realismo prevarranno e porteranno la maggioranza parlamentare a sostenere la proposta governativa, a mio parere ben equilibrata.

* vicepresidente PLR



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