Riflessioni a ruota libera di Franco Zantonelli sull'anno che verrà sul fronte dei media ticinesi

Di Franco Zantonelli *
In quella sorta di triangolo delle Bermude che mi sono costruito con le mie stesse mani e dal quale non posso allontanarmi, fare il sottoboschista a tempo pieno è un lusso che non posso permettermi. Tra la famiglia, il cane e le vasche in piscina, senza dimenticare un residuo di lavoro, la prontezza del nostro Robin Underwood me la sogno. Lui spazia nella foresta di Sherwood, battaglia con lo Sceriffo di Nottingham, io con qualche zitella (termine sicuramente bandito dalla cultura woke) con tanto di maltese al guinzaglio.
Tutta questa premessa per cautelarmi dall’accusa di vendere notizie di seconda mano. Succede questo. La prendo alla lontana! Succede che il 22 dicembre, 5 anni dopo Il Caffè, è sparita anche La Domenica. O meglio, diventerà un dorsale del sabato del Corriere del Ticino, come è già il caso per quel che resta del Giornale del Popolo. E qui non c’è niente di nuovo, anche se chi vorrà leggere un giornale cartaceo senza pagare, di domenica, rimarrà solo con Il Mattino.
Sull’ultimo numero de La Domenica il direttore del Corriere si è un pò arrabattato a spiegare l’operazione, tentando di enfatizzare il dorsale che verrà. Quel che mi è piaciuto, invece, è l’omaggio che la redazione del settimanale ha reso a Mariarosa Mancuso, inserendola tra “Tutti i volti del 2025”. Critica cinematografica tra le più autorevoli in italia, un passato alla Rsi, Mariarosa Mancuso è stata praticamente linciata, da molti commentatori della penisola, per aver criticato il film presentato all’ultima mostra di Venezia “The Voice of Hind Rajab”, dedicato alla straziante fine di una bambina palestinese uccisa dagli israeliani a Gaza. La colpa della giornalista del Foglio? Aver scritto che “La bambina, se fosse sopravvissuta e cresciuta, avrebbe dovuto coprire capelli e abito come l’operatrice che sta al telefono con lei e cerca di farle coraggio”.
Purtroppo per la Mancuso il suo commento è arrivato in contemporanea con la partenza della Nina, della Pinta e della Santa Maria della Flotilla per Gaza. Quindi le labbra dei suoi detrattori, da bravi leoni da tastiera, si sono messe a fremere di sdegno, ricoprendola di insulti. Anche da Comano, a quanto scrive la giornalista del Foglio. “Si sono risvegliati anche gli istinti pro Pal dei miei ex colleghi alla Radio Svizzera – uno parla di articolo disumano, volgare, feroce, crudele”. Forse sto ripetendo notizie che Robin dei Boschi ha già reso pubbliche ma, come detto, il Triangolo delle Bermude mi impedisce di stare dietro a tutto.
Comunque sia, ci tengo a sottolineare che per molto meno, per un innocuo post contro la destra, la Rsi ha allontanato una brava giornalista, Paola Nurnberg, che è stata subito arruolata, come corrispondente da Gerusalemme, da Mediaset, notorio snodo informativo della sinistra anti-meloniana.
Tornando a bomba, alla trasformazione de La Domenica in dorsale o supplemento, scegliete voi il termine, renderà il 2026 ancora più povero, sul versante delle notizie. Si, perché, sparirà anche 20 Minuti. Che non diventerà un dorsale de La Regione ma rimarrà sul Web con Ticinonline. “È il giornalismo bellezza!”, direbbe Sottobosco aspirando voluttuosamente una sigaretta come Humphrey Bogart.
* giornalista