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19.01.2024 - 11:340
Aggiornamento: 20.01.2024 - 09:14

Scusi dottore, ma ho l'influenza o il Covid? E 'sta battaglia l'abbiamo vinta o no? La parola a Franco Denti

Il presidente dell'Ordine dei medici parla del recente allarme rilanciato dall'OMS, di tamponi e mascherine

di Marco Bazzi

Il 3 gennaio scorso l’Organizzazione mondiale della sanità ha rilanciato l’allarme Covid: “Il virus è ancora una minaccia per la salute globale”. Intanto aumentano i casi di influenza stagionale. Dobbiamo preoccuparci? E quali misure precauzionali dobbiamo adottare? Lo abbiamo chiesto al dottor Franco Denti, presidente dell’Ordine ticinese dei medici.

“Direi che l’allarme dell’OMS è un po’ tardivo. La percezione, a livello nazionale e internazionale, è infatti che già dallo scorso ottobre stiamo attraversando un periodo epidemiologico, con picchi durante le feste di Natale, caratterizzato dal Covid nell’80% dei casi e dall’influenza nel rimanente 20%. Allarme, dunque, no, ma attenzione sì, perché nelle scorse settimane i nostri ospedali sono stati sotto pressione, con circa duecento pazienti ricoverati per Covid o con Covid. Abbiamo dunque raccomandato l’utilizzo delle mascherine negli ospedali e nelle case per anziani, che sono il miglior sistema, insieme all’igiene delle mani, per contenere la diffusione delle malattie virali”.

E oggi com’è la situazione?

“Osserviamo che stanno diminuendo i casi di Covid ma stanno aumentando parecchio, soprattutto in Ticino e nei Grigioni, quelli di influenza. Dobbiamo mantenere un livello di attenzione elevata per qualche settimana, perché sappiamo che un’infezione virale indebolisce il sistema immunitario e quindi c’è il rischio di ammalarsi contemporaneamente di influenza e di Covid. Ma, come ho detto, il Covid sta passando il testimone al virus influenzale”.

Che è più o meno aggressivo rispetto al normale?

“Direi che provoca effetti più seri rispetto alle normali influenze stagionali. Lo confermano le prolungate assenze dal lavoro di chi si ammala, fino a cinque o dieci giorni, e il consumo di importanti quantità di medicamenti”.

Ma come si fa a capire se ci si ammala di Covid o di influenza?

“A livello di sintomatologia è difficile fare una distinzione. I sintomi sono molto simili: mal di gola, tosse, dolori muscolari e articolari, raffreddore, in certi casi diarrea… In ogni caso, si tratta di malanni gestibili con paracetamolo e antinfiammatori. Diverso il caso delle persone a rischio, con malattie pregresse o sopra i 75 anni, dove la soglia di attenzione dev’essere più elevata”.

Ha ancora senso fare i tamponi per diagnosticare eventuali casi di Covid?

“A mio parere no. Il consiglio, se ci si ammala, che si tratti di influenza o di Covid, è semplicemente quello di restare a casa, con l’obiettivo di curarsi e di ridurre la diffusione dei virus”.

Possiamo dire di aver vinto la battaglia contro il Covid?

“Speriamo che sia così. Le mutazioni che abbiamo visto negli ultimi due anni non sono state particolarmente problematiche. Ma fare previsioni certe è impossibile. Una cosa è sicura: con il Covid dovremo convivere, perché ormai è diventato endemico”.

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