Riceviamo e pubblichiamo la replica da parte del Centro alle parole del presidente dell'Ordine dei medici Franco Denti (vedi articolo correlato). Di seguito il testo:
"Al presidente dell’Ordine dei Medici del Canton Ticino Franco Denti non è piaciuto che il presidente del Centro Fiorenzo Dadò, di fronte ai suoi delegati al Comitato cantonale tenutosi mercoledì sera a Bellinzona, non ha nascosto gli interessi venali di chi oggi sta combattendo con veemenza a suon di milioni di franchi l’iniziativa in votazione che vorrebbe porre un freno ai costi sanitari decisamente fuori controllo. Tra coloro che hanno interesse ad affossarla in votazione popolare c’è chi non vuole cambiare niente perché ci guadagna. Che Denti si sia sentito toccato sul vivo, lo comprendiamo. La categoria dei medici, dalla quale riceve oltre 300 mila franchi all’anno per fare lobbismo, viene anch’essa tirata in causa dall’iniziativa, che chiede soluzioni concrete contro gli sprechi e i doppioni che più o meno tutti contribuiscono a creare. Se vogliamo bloccare questa spirale, è evidente che occorre agire anche sui costi. Tutti devo fare la loro parte, medici compresi.
Non capiamo tutta questa animosità di Franco Denti e la necessità di affermare l’inveritiero di fronte all’evidenza, in quanto le ragioni per le quali ha tentato di mobilitare la piazza (senza successo) le ha scritte lui stesso nero su bianco. Oltre alle sue posizioni pubbliche, si vada a leggere la Newsletter: “Il corpo medico ticinese è en marche” da lui inviata ai suoi colleghi per invitarli alla mobilitazione. Nella stessa si fa esplicito riferimento alle votazioni federali del 9 giugno e… “a una riduzione del nostro riconoscimento economico”. Più chiaro di così. Ma già che ci siamo, Denti, invece di inveire contro gli altri e non proporre nessuna soluzione concreta, farebbe meglio a spiegare soprattutto ai moltissimi bravi medici ticinesi che lo stipendiano lautamente con centinaia di migliaia di franchi per essere il loro portabandiera, come mai ha svilito in malo modo la bella ed empatica campagna dell’FMH nazionale volta a rivalutare il ruolo fondamentale del medico a sostegno dei pazienti, trasformando l’adunata di piazza del 17 aprile scorso in un autentico flop farcita da rivendicazioni venali e terrorismo emotivo nei confronti della popolazione, facendogli credere che votare l’iniziativa significherebbe la cessazione delle cure e delle prestazioni".