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Salute e Sanità
14.04.2015 - 15:310
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Anestesia nelle cliniche Genolier, il DSS: "Ecco perchè abbiamo autorizzato Hospita". Il direttore della società: "Nessuna esternalizzazione"

Sul caso che suscita dubbi a livello sanitario e politico, parlano Paolo Bianchi e il dottor Claudio Camponovo

LUGANO – La nascita di Hospita Suisse è considerata da alcuni una “esternalizzazione” del servizio di anestesia voluta dal Gruppo Genolier, che gestisce le cliniche Ars Medica e Sant’Anna. È un progetto unico in Ticino e sta facendo discutere a livello medico e politico (leggi gli articoli correlati).
In particolare, le perplessità si concentrano sulla decisione del Dipartimento della sanità di autorizzare la società Hospita a operare come servizio medico stazionario, una decisione che potrebbe costituire un precedente determinando altre “esternalizzazioni” in campo ospedaliero.

Abbiamo chiesto a Paolo Bianchi, Direttore della divisione salute pubblica al DSS, di rispondere a critiche e perplessità.
“Per rassicurare i pazienti – dice Bianchi - va precisato come prima cosa che gli anestesisti assunti dalla società Hospita – stiamo parlando di una quindicina di professionisti - operano già da anni nelle cliniche Genolier, e continueranno a farlo. Ma non più con lo statuto di medici indipendenti accreditati come prima. Con la formula Hospita sono coordinati e raggruppati sotto una nuova organizzazione che permetterà una migliore gestione dei singoli medici da parte del direttore sanitario della società, il dottor Claudio Camponovo, che è anestesista e anche direttore sanitario della clinica Ars Medica”.

Più che di esternalizzazione, visto che già ora i medici non sono dipendenti delle cliniche, spiega Bianchi, “parlerei dunque di una forma organizzativa diversa, che dovrebbe permettere un migliore coordinamento. È chiaro che questa nuova organizzazione può essere vista da qualcuno come una formula che limita l’indipendenza del singolo medico, in particolare nel definire le modalità di presa a carico del paziente, e in questo senso capisco che non tutti la vedano di buon occhio”.
Veniamo ora al punto più delicato: l’autorizzazione rilasciata dal Governo. “Il Consiglio di Stato ha rilasciato alla Hospita l’autorizzazione ad operare anche su pazienti ricoverati in ospedale appellandosi a un articolo della Legge sanitaria cantonale secondo cui ogni struttura che distribuisce prestazioni sanitarie a pazienti degenti, quindi non ambulatoriali, deve essere in possesso di un’autorizzazione. Con il rilascio dell’autorizzazione vi è la possibilità di fissare delle condizioni a priori ed esercitare una maggiore vigilanza sull’attività della Hospita. Ma poteva essere opinabile che questa forma organizzativa dovesse soggiacere a un obbligo di autorizzazione”.
Insomma, meglio autorizzare per poter sorvegliare, che non autorizzare con il rischio che Hospita potesse ugualmente operare come società di servizio ospedaliero.
“Non abbiamo comunque indicazioni sul fatto che il modello Hospita possa venire replicato anche in altri settori medici”, aggiunge Bianchi.
Abbiamo anche chiarito un altro punto che sollevava le perplessità di alcuni, conclude il direttore della Divisione salute pubblica: “La Hospita non potrà assumere nuovi medici che non hanno già l’autorizzazione al libero esercizio. Inoltre non si tratta di una forma di organizzazione che permetterà di sfuggire alla moratoria sui medici perché questa misura, peraltro limitata a coloro che non hanno almeno tre anni di formazione in Svizzera, non riguarda l’attività stazionaria”.

Anche il dottor Camponovo, specialista in anestesia e direttore sanitario di Hospita Suisse, difende il progetto: “Il gruppo Génolier incassa secondo le tariffe stabilite dal sistema DRG, che vale per tutta la Svizzera e per tutti gli ospedali privati e pubblici, e riversa poi la quota parte che spetta all’anestesista. Quindi non c’è dumping nei confronti dei nostri medici. Génolier vuole collaborare con medici accreditati, in generale chirurghi che portano i loro pazienti. Ha ritenuto però che in questo caso era meglio interagire con un solo interlocutore, piuttosto che con diversi anestesisti. La qualità è aumentata e il sistema ha portato buoni risultati, coinvolgendo maggiormente anche gli infermieri”.
Con l’autorizzazione cantonale concessa ad Hospita, conclude, “non c’è stata nessuna esternalizzazione del servizio di anestesia, dato che tutti i medici anestesisti che lavoravano prima come medici accreditati nelle due Cliniche, continuando ancora a lavorare nelle stesse due strutture come collaboratori di Hospita”.

emmebi

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