Prezzo: 115/10/5 CHF

Lunedì 07 | 20.30

L'uomo con la macchina da presa Film-concerto

Cinema

Locarnese

L’UOMO CON LA MACCHINA DA PRESA (Chelovek s kinoapparatom)
Regia, soggetto e sceneggiatura: Dziga Vertov / Fotogra a, cine-operatore ed attore principale: Mikhail Kaufman
Montaggio: Dziga Vertov / Film muto privo di didascalie / USSR 1929 / Durata: 68’                                     

Musica scritta da Simon Quinn ed eseguita dal vivo dal Simon Quinn Quartet


L’uomo con la macchina da presa è il compimento massimo (e finale) del movimento Kinoglaz («Il cineocchio»), nato negli anni ‘20 per iniziativa dello stesso Vertov e propugnatore della superiorità del documentario sul cinema di  finzione che, in sostanza, deve essere bandito, perché inadatto a formare una società comunista. Vertov raccoglie l’esperienza di anni di documentari propagandistici, le sue radici futuriste, le sue teorie, secondo le quali il cinema deve essere uno strumento a servizio del popolo e della sua formazione, e sublima il tutto in un’opera tecnicamente all’avanguardia e che ancora oggi colpisce per originalità e vivacità. È classificato tra i dieci migliori  lm di sempre. La giornata, dall’alba al tramonto, di un cineoperatore che riprende per lo più scene di vita quotidiana per le strade di Mosca, e che ci mostra anche la sua arditezza alla ricerca di inquadrature a sensazione, sopra, sotto o a fianco di treni in corsa. Il  lm si apre con il totale di una sala cinematografica, che da vuota si riempie in un attimo. La stessa sala si rivedrà in chiusura del film dopo una sequenza nella quale la macchina da presa ha cominciato a muoversi da sola sul treppiedi, senza operatore, e prima di vedere la facciata del Teatro Bolshoi frantumarsi grazie ad un effetto ottico. Il film va oltre i documentari girati per strada, fuori dalle fabbriche, nei villaggi. Stavolta insieme alle scene di vita quotidiana è lo stesso operatore ad essere ripreso. Lui è l’oggetto stesso dell’indagine dell’occhio scrutatore, nell’atto di spostarsi, sistemare i suoi attrezzi o semplicemente filmare. È un primo caso di cinema nel cinema che, al di là dell’iniziale intento ideologico (il cineoperatore lavoratore alla pari dell’operaio), innesca un meccanismo di meta-cinema che coinvolge in un piacevole gioco tanto lo spettatore quanto il regista che, perso il «purismo» iniziale, acquista però una grande forza espressiva. La verità dell’occhio che guarda diventa essa stessa una verità da osservare, innescando riflessioni nello spettatore cui forse non è più possibile dare risposte certe. Forse sta anche in questo il motivo per cui questo film segnerà l’apice della carriera di Vertov, incapace in seguito, pur
dando vita a documentari di grande valore, di ritrovare quella vena dirompente, sagace e moderna.

Info Evento

Lunedì 7 Marzo 2022
dalle 20.30

Indirizzo

GranRex

Via Bossi 2

6600, Locarno

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