CORONAVIRUS
Chi si occupa dei malati oncologici ai tempi del Covid. "Nei loro occhi scorgiamo la paura e il terrore"
Chiara Soloni, dal 2018 direttrice sanitaria del Servizio Cure Palliative Domiciliari (SCPD) dell’Associazione Triangolo, sta vivendo gli stati d'animo dei pazienti più vulnerabili

TICINO – Tutto il Ticino si sta mostrando solidale e compatto nei confronti di chi, in piena emergenza coronavirus, opera al fronte. Medici, infermieri, operatori sanitari, volontari e tutti quelli che in questo delicato momento stanno contribuendo in maniera tangibile alla causa. Tra loro c’è sicuramente l’Associazione Triangolo che da oltre 30 anni opera nel settore dell’oncologia privata su tutto il territorio della Svizzera italiana.

Un team composto da medici oncologi, medici e infermieri specializzati in cure palliative, psichiatri, psicologi,operatori sociali e volontari che da un mese a questa parte “ha dovuto completamente riorganizzarsi” ci spiega la Dottoressa Chiara Soloni, dal 2018 direttrice sanitaria del Servizio Cure Palliative Domiciliari (SCPD) dell’Associazione Triangolo. “Il nostro cambiamento – spiega – è stato necessariamente urgente e rapido, in quanto trattiamo e gestiamo le persone più vulnerabili. Fin dai primi giorni, ci siamo resi disponibili ai medici specialisti per valutare le persone che “non stanno bene”, non negli studi ma al loro domicilio. Siamo noi ad andare a casa dei pazienti. Per loro è imperativo non uscire di casa, lo ripetiamo in continuazione. E questo vale per tutti i pazienti, oncologici e non, in quanto prendiamo a carico anche persone affette da patologie croniche degenerative, indipendentemente dalla fase della malattia e/o del percorso di guarigione. In questo, garantiamo a loro la sicurezza di cui necessitano, oltre ad evitare il contagio e la diffusione del virus”.

La Dottoressa Soloni ci parla anche dello stato d’animo con cui sono confrontati i pazienti più vulnerabili. “Non c’è dubbio: nei loro occhi scorgiamo la paura e il terrore, anche perché spesso i medici di famiglia, tutti eccellenti e molto collaborativi, sono oberati di lavoro e non riescono magari a dedicare il tempo per il dialogo necessario a questi pazienti. Ed è qui che noi entriamo in azione. Perché il dialogo e il confronto con un paziente oncologico ora deve essere ancora più chiaro e diretto. Un dialogo di essenzialità, di chiarezza di scelte e di pianificazione delle cure, con le relative scelte etiche che vanno chiarite e rese comprensibili alla persona malata ed alla sua famiglia. La loro paura principale è quella di sovrapporre il virus alla malattia. E subito il pensiero corre alla morte, alla sconfitta. La maggior parte delle persone, in qualsiasi caso, non vuole morire in terapia intensiva e da solo. Qui, noi delle cure palliative, dobbiamo garantire sostegno e chiarezza ai pazienti e alle rispettive famiglie. Il nostro messaggio è quello che per loro ci siamo e ci saremo sempre. Vogliamo essere un riferimento di dignità e di rispetto nella gestione di una situazione non facile. ”

“Il nostro – continua – non è un lavoro semplice, e va oltre all’aspetto tecnico, perché siamo chiamati a spegnere il fuoco della paura: un ulteriore confronto con quello che può essere il nostro limite umano: la morte. Senza dimenticare che tutti noi operatori possiamo essere ‘contagiati e contagiosi’. Come per tutte le parti impegnate al fronte, anche il lavoro della dottoressa Soloni e colleghi non conosce orari. “Vero –, ma è sempre stato così. Ora lavoriamo home office e ci dividiamo i pazienti in base alla zona di domicilio. Le visite a domicilio sono, ovviamente, limitate. I nostri medici effettuano 4/5 visite al giorno, ma sono lunghe e impegnative, mentre le nostre infermiere operano in maggior misura per i controlli. Il nostro team è molto affiatato e di questo ne sono fiera. In un momento di tristezza e minaccia come quello attuale possono nascere delle alleanze che sono, e diventeranno, grandi ricchezze. Penso alla grande solidarietà da parte di tutti e al rispetto delle regole imposte dalle autorità”.

La Dottoressa Soloni racconta anche il lato operativo dell’Associazione Triangolo in questi giorni difficili. “Come tutti i medici, anche noi ci atteniamo alle linee guida del medico cantonale per proteggerci. Ovvero: maschere chirurgiche sempre, maschere con filtro se eseguiamo tamponi, sovracamice, doppi guanti, sovrascarpe e cuffia. Noi siamo consulenti in cure palliative e quindi siamo a domicilio proprio per fare chiarezza nella pianificazione delle scelte di cura e per la gestione dei sintomi.

L'intervista si conclude con ricordo particolare: "In questi giorni viviamo il lutto del nostro caro amico dr. Nicola Ferroni ed il ricovero di altri amici: il “calore” dell’Associazione è presente ancora piu’ forte quale motore per affrontare insieme ed in alleanza questo momento difficile per ciascuno di noi".

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