L'avvocato analizza dal suo punto di vista l'idea dei ministri Gobbi e Zali di scambiarsi i dipartimenti: "Un colpo di genio"
Avvocato Renzo Galfetti, cosa ne pensa della proposta leghista di arrocco dipartimentale tra Claudio Zali e Norman Gobbi?
"Il termine “arrocco” è bislacco, stravagante. Seguo (anche) la politica ticinese, del nostro microcosmo, da 60 anni e da 60 anni sento parlare della necessità di rotazione (termine più corretto) alla conduzione dei dipartimenti cantonali. 60 anni di proclami vuoti e senza a esito, 60 di costante ipocrisia provocata da interessi di potere che hanno sempre legato partiti e politici al loro orticello. Appena letto sul Mattino della decisione di Gobbi e Zali di proporre lo scambio dei loro dipartimenti ho subito pensato ad un colpo di genio. E le reazioni esagerate , persino rabbiose, stizzite e irrispettose ed a volte pure isteriche di tutti gli altri partiti lo hanno confermato.
Ha fatto eccezione il solo presidente del PLR, Alessandro Speziali, il quale ha ben capito, con ottimo fiuto politico, che “prendere atto” sarebbe stata la reazione meno autolesionista. Poi i suoi l’hanno smentito, forse gridando più forte di lui".
Va bene, ma anche in politica la forma è sostanza. E nel caso specifico la forma è stata decisamente bistrattata. E alla fine, secondo lei questa mossa gioverà alla Lega?
"Al di là dell’anticipazione giornalistica, probabilmente avventata ma che non è il problema, trovo che il rinnovato impegno dei due ministri di occuparsi di altri settori, anche più congeniali per la loro preparazione e con nuove idee, sia lodevole. Dal profilo politico l’aspetto è però assai più interessante. La Lega, in perdita di velocità avendo assorbito le fattezze di un partito tradizionale, in questa occasione ha infatti ripreso di botto le sue caratteristiche originarie: imprevedibilità, capacità di sorprendere, di sparigliare le carte, di muoversi in modo diverso in fretta e subito. Ora non so se il riscontro elettorale di tale sorpresa permetterà di rieleggere due consiglieri leghisti, ma di certo sarà un riscontro positivo.
Positivo anche perché ha messo a nudo le brame (e le debolezze) di alcuni avversari o presunti alleati, già sicuri di avere la strada spianata per entrare nella stanza dei bottoni (meglio: bottoncini). E positivo pure perché questa mossa della Lega imporrà agli altri partiti di mettere in campo i loro migliori candidati. Sarà una competizione certamente più vivace".
Lei, da uomo di giustizia, come giudica il criticatissimo annuncio dei due ministri all’apertura dell’anno giudiziario?
"Suppongo che il Consiglio di Stato, pur non avendo formalmente ancora ratificato lo scambio dei dipartimenti, già ne fosse informato e già avesse aderito alla proposta. Lo suppongo. Ma, sia come sia, l’anticipazione non è stata molto elegante. Importante è comunque guardare la luna e non il dito che te la indica".