Situazione finanziaria disastrosa per il locale (di proprietà della Città) meta della movida del giovedì sera. Solo un anno fa era stato rilevato da una società costituita da investitori italiani e presideuta da un ticinese
LUGANO - Una valanga di precetti esecutivi, oltre quaranta, per un totale di oltre 1 milione e 300'000 franchi di scoperti, spiccati tra il novembre del 2014 e il mese scorso.
Una marea di debiti sta sommergendo il ristorante Parco Ciani di Lugano, annesso al Palazzo dei Congressi, celebre per essere il locale sulla cui terrazza va in scena, il giovedì sera durante la bella stagione, “la Villa”, uno degli appuntamenti più frequentati della movida luganese. Musica, drink e stuzzichini… La bella vita della Lugano da bere, insomma.
I precetti hanno iniziato a piovere sui gerenti del Ciani – struttura che appartiene alla Città – pochi mesi dopo l’avvio della nuova gestione: un anno fa, nel giugno del 2014, il locale è infatti stato ceduto dalla società G.S.I. Suisse, presieduta da Davide Enderlin, alla Kuty Mag Suisse, nel cui consiglio di amministrazione figurano un ticinese e due italiani.
La stessa G.S.I. figura tra i creditori che hanno spiccato un precetto, e si tratta di quello dall’importo più elevato: 572'000 franchi. L’atto esecutivo risale al dicembre dell’anno scorso, segno che la Kuty Mag, costituita appena sette mesi prima, non ha pagato nemmeno l’acquisizione del Ciani.
Tra i creditori figurano diverse aziende alimentari (salumi, vino, bibite varie, latticini e altri generi), ditte che lavorano nel campo delle tensostrutture, dell’elettricità, una fiduciaria e, soprattutto, la cassa pensione di GastroSuisse, che rivendica decine di biglietti da mille di oneri sociali non pagati.
Insomma, un quadro finanziario disastroso, che – a meno di ricapitalizzazioni della Kuty Mag, che ha un capitale sociale di 100'000 franchi interamente liberato – porterà il Ciani sulla via dell’imminente fallimento.
La società è invece più o meno “a giorno” sul pagamento dell’affitto alla Città - che ammonta a circa 300'000 franchi all’anno – anche se, stando a informazioni di liberatv, fatica a pagare puntualmente i salari dei dipendenti.
In ogni caso, se la Kuty Mag fallirà non causerà solo un ingente danno ai fornitori ma creerà anche un nuovo problema finanziario a Lugano, che perderà le entrate dell’affitto.
A meno che il Ciani venga rilevato da altri investitori. Ma chi lo farebbe nell’imminenza dell’apertura del LAC, che sposterà verso il nuovo polo culturale molti eventi (con relativi banchetti, cene e consumazioni) attualmente programmati al Palazzo dei congressi?
Che il Ciani non fosse più come un tempo una gallina dalle uova d’oro lo si sapeva da anni, e non bastava “La Villa” a risollevarne le sorti. Eppure qualcuno ci ha creduto e molti fornitori che hanno dato fiducia alla nuova gerenza ora rischiano ingenti perdite. Il caso non mancherà di avere strascichi politici.
Marco Bazzi