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30.04.2020 - 17:030
Aggiornamento: 01.05.2020 - 19:42

Marco Borradori: "Dal DECS un mostro burocratico per 13 giorni di scuola. Confermo la nostra proposta di aprire solo le quinte elementari"

Intervista al sindaco di Lugano: "Credo che il modello del Cantone non faccia il bene né dei ragazzi, né dei docenti, né dei genitori"

di Andrea Leoni

Marco Borradori, cosa pensa della decisione oggi del Consiglio di Stato circa la riapertura della scuola il prossimo 11 maggio?
“Il Municipio di Lugano non è d’accordo con questa impostazione. Lo abbiamo scritto al Consiglio di Stato, facendo una controproposta che prevede l’apertura l’11 maggio delle quinte elementari e dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia. Il tutto naturalmente continuando a garantire l’accudimento per le famiglie che ne avessero bisogno. Questa proposta è stata elaborata grazie a un approfondito rapporto realizzato dal Dicastero scuola e dai nostri direttori scolastici. Il Governo ha deciso d’ignorare completamente questa proposta, prendendo una decisione senza neppure concederci la cortesia di una risposta, nonostante li avessimo pre avvertiti che sarebbe arrivata questa mattina una nostra presa di posizione”.

Il Governo ha detto che i comuni sono stati consultati?
“Mi permetto di dire che questo non è esatto. Sono state fatte delle specie di consultazioni con alcuni comuni, con diverse fughe in avanti da parte del Cantone. Stiamo parlando di due videoconferenze con una decina di sindaci. Ma nessuna delle contro proposte è stata recepita. Quindi si è trattato di una sorta di esercizio alibi”.

Cosa non la convince della proposta del Governo?
“Il Cantone ci ha mandato 9 pagine d’ordinanza che, al solo pensiero di applicarle, fanno venire il mal di testa. È stato creato un mostro burocratico fatto di deroghe, contro-deregohe, mezze classi, scuola in presenza, scuola a distanza, giornate piene e mezze giornate. Il tutto per 13 giorni di scuola ad allievo. Credo che questo modello non faccia il bene né dei ragazzi, né dei docenti, né dei genitori”

Manuele Bertoli ha detto che la vostra proposta non va bene, perché volendo aprire solo per poche classi, non abbraccia l’idea di riapertura delle scuole.
“Perché la proposta di Bertoli è una riapertura delle scuole? A me sembra solo un gigantesco castello normativo messo in piedi con l’unico scopo di trovare una soluzione all’ostinato desiderio del direttore del DECS di voler aprire a tutti i costi la scuola”.

Ora cosa farete?
“Il Municipio di Lugano ha preso una decisione chiara. Questa ad oggi è la nostra posizione. Giovedì prossimo ci ritroveremo e vedremo nel frattempo cosa succede. Continueremo a seguire le prese di posizioni del mondo della scuola, dei genitori e a confrontarci con gli altri comuni”. 

Si punta tanto l’attenzione su Manuele Bertoli, ma il Governo ha deciso all’unanimità, con il sostegno anche dei due ministri leghisti. Quindi?
“Guardi, io so dove sto di casa. Il Municipio di Lugano anche. E la Lega ha preso una posizione altrettanto chiara. Da Bellinzona ci erano state informalmente date delle garanzie su questo punto. Sta a i due Consiglieri di Stato della Lega spiegare perché hanno cambiato idea”

Per finire. L’11 maggio riapriranno anche bar, ristoranti e negozi. Perché la scuola no?
“Innanzitutto andare in un negozio o in un ristorante non sarà obbligatorio, mentre a scuola sì, almeno secondo il modello elaborato dal DECS. Ma lasciamo pure perdere questo aspetto. Premesso che le aperture generali previste l’11 maggio non mi mi convincono, l’obbiettivo deve essere contenere il rischio. A Lugano abbiamo 3’700 allievi spalmati su 50 sedi. Bastano questi numeri per capire come sia molto più problematico gestire in sicurezza, e facendo rispettare le norme igieniche, questa moltitudine di ragazzi e di bambini, anziché farlo con degli adulti in un singolo negozio o ristorante. Sempre considerando il contenimento del rischio, va detto che queste attività versano in una grave situazione economica, mentre per quanto riguarda la scuola, lo ripeto, stiamo parlando di 13 giorni ad allievo, che in ogni caso non avranno alcuna incidenza sul percorso scolastico. Se oggi devo compiere una scelta pragmatica e prendermi un rischio, preferisco concentrarmi su ciò che in questo momento è prioritario. La scuola potrà ripartire in tutta sicurezza in settembre”

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