Appaltopoli
16.06.2015 - 06:230
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

"Appaltopoli" a Locarno, il "decreto d'accusa" del Governo: procedura disciplinare contro i municipali. "Sono tutti sanzionabili"

"Il Municipio non ha, manifestamente, espletato i controlli sufficienti che gli avrebbero permesso di correggere a tempo debito sistematiche violazioni della Legge sulla commesse pubbliche"

LOCARNO – È una sorta di “decreto d’accusa” – amministrativo e politico – che non risparmia nessuno: dal sindaco, Carla Speziali, fino a Giuseppe Cotti, il municipale che più di tutti è stato in prima fila a denunciare il malandazzo che da anni regnava in città sul fronte di appalti, mandati e commesse.

Il Consiglio di Stato ha emesso la sua “sentenza” sul caso Appaltopoli – apertosi in seguito a una lettera aperta pubblicata proprio da Cotti sul nostro portale nell'agosto del 2013, (leggi qui) -, dando tempo un mese ai municipali per prendere posizione. Poi verranno decise le sanzioni.
Le conclusioni del Governo, pubblicate oggi dalla Regione, sono pesanti.

“Il Municipio non ha, manifestamente, espletato i controlli sufficienti che gli avrebbero permesso di correggere a tempo debito sistematiche violazioni della Legge sulla commesse pubbliche e del relativo Regolamento, la cui corretta applicazione rientrava nei suoi compiti”.
Per questo motivo “si configura a carico del collegio municipale di Locarno una violazione degli articoli 9, 106 e 110 della Legge organica comunale in relazione all’applicazione di diversi disposti della Legge sulle commesse pubbliche e del Regolamento”.

Nemmeno Cotti è “al riparo da procedure disciplinari; da questo profilo sono semmai di rilievo eventuali suoi sforzi e tentativi iniziali – opportunamente suffragati dalle rispettive prove – di portare sul tavolo del Municipio la problematica, con l’obiettivo di indurre una correzione del sistema”. 

Per quanto riguarda le possibili sanzioni, l’articolo 197 della LOC prevede diverse possibilità: un semplice ammonimento, una multa fino a 20mila franchi, la sospensione dalla carica fino a 6 mesi e, nei casi più gravi, la destituzione. Sarà da vedere se il sindaco Speziali, essendo dimissionaria (lascerà la carica il 30 giugno), potrà essere oggetto di eventuali sanzioni. Probabilmente no, in quanto le stesse sono applicabili soltanto ai municipali in carica.

Il Governo riconosce comunque gli sforzi intrapresi dal Municipio, che “nell’ultimo anno ha reagito positivamente; esso si è attivato tutto sommato con tempestività dopo l’avvio della procedura amministrativa, all’indomani dell’intervento della Magistratura sfociato nel decreto di non luogo a procedere”.
In questo modo “i municipali hanno, per così dire, anticipato almeno in parte gli obiettivi (correttivi) propri dei provvedimenti disciplinari”.

Ma “il Consiglio di Stato non ritiene si possa prescindere del tutto dall’avviare una procedura disciplinare”, in quanto le risultanze delle verifiche effettuate “denotano una diffusa, non trascurabile, violazione dei disposti della Legge sulle commesse pubbliche, le cui responsabilità non possono essere considerate del tutto mitigate dall’implementazione successiva – soprattutto dopo che le incongruenze sono emerse – di misure correttive da parte del collegio”. 

“Occorre mettere in conto – scrive ancora il Governo - che sbagli di una certa intensità e gravità nell’amministrare possono comunque comportare una misura disciplinare, a prescindere da quanto un Municipio fa per correggerli dopo averli individuati”. E “l’avvio di una procedura disciplinare appare in questi casi ancora necessaria per contribuire a ripristinare compiutamente la fiducia riposta dai cittadini nell’amministrazione. Della positiva reazione del Municipio, nel senso di correggere le disfunzioni, si potrà semmai tener conto nella commisurazione delle sanzioni”.

Le violazioni sono quelle elencate nel rapporto dell’Ufficio appalti e lavori sussidiati (leggi qui) e riguardano in particolare 7 settori: pulizie stabili comunali e servizi igienici; manutenzioni stradali; manutenzioni genio civile; assicurazioni; metalcostruzioni; fornitura di olio combustibile; e forniture materiale e mobilio scolastico.
Non vengono invece chiamati in causa i municipali delle scorse legislature “non più in funzione e non sanzionabili”. Semmai, conclude il Consiglio di Stato, “potrà essere ulteriormente valutata una loro audizione nel prosieguo d’istruttoria, a dipendenza della sua evoluzione”.

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