ImmigrazioneMassa
11.03.2015 - 12:500
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Regazzi racconta la "raclettata" con Widmer Schlumpf: "Ci ha detto che l'accordo sui frontalieri con l'Italia è il più vantaggioso di tutti. E sui padroncini..."

Il consigliere nazionale rivela i contenuti della cena della Deputazione con la ministra: "Berna è favorevole alla trasmissione alle autorità fiscali italiane dei dati sui lavoratori indipendenti"

di Marco Bazzi

BERNA – Metti una sera a cena con Eveline Widmer Schlumpf. Si inizia alle 17,30 in una sala dell’hotel Bernerhof, nel cuore della Capitale, con l’incontro tra la ministra, accompagnata dal suo staff, guidato dal segretario di Stato Jacques de Watteville, e la deputazione ticinese alle Camere federali. Quasi due ore di serrato confronto: domande, dubbi e risposte. Per quanto si possa rispondere in modo chiaro e completo sulle complesse trattative internazionali in corso.
Poi aperò e cena a base di raclette. Alle 9 e mezza tutti a nanna, perché le serate istituzionali bernesi finiscono presto. L’esito del vertice ce lo racconta il consigliere nazionale Fabio Regazzi, che parla di “clima disteso e incontro sostanzialmente positivo”.
 
Sul tavolo, prima della raclette, c’erano i vari punti cruciali delle trattative tra Svizzera e Italia. Con due notizie su tutte. Primo: i nostri negoziatori ritengono che il Ticino sia il Cantone che beneficerà dell’accordo più favorevole sulla tassazione dei frontalieri.

Secondo: de Watteville giudica interessante e praticabile la trasmissione all’Agenzia delle entrate italiana delle informazioni su padroncini e indipendenti che si notificano in Svizzera.
La proposta, rilanciata nei giorni scorsi con un’interpellanza dal consigliere nazionale Lorenzo Quadri, intende fare in modo che questi lavoratori non sfuggano al fisco italiano, e che quindi non possano praticare dumping e concorrenza sleale nei confronti delle aziende ticinesi. Una proposta che dovrebbe essere interessante anche per le autorità fiscali italiane, ha detto il segretario di Stato, ma bisognerà capire come attuarla.
 
“Ieri sera si è parlato prevalentemente dell’accordo sui frontalieri – racconta Regazzi -. Ho premesso una cosa: che capisco che per Berna il tema non è centrale nelle trattative in corso con l’Italia, ma ho ribadito che in Ticino è il più sentito. Abbiamo spiegato ancora una volta che per noi politici ticinesi l’accordo sui frontalieri non è un tema, è ‘il tema’. E mi sembra che il messaggio sia passato”.
 
A quel punto la consigliera federale e i suoi collaboratori hanno garantito che l’accordo raggiunto è decisamente più favorevole rispetto a quello in vigore oggi e hanno svelato il mistero sulla percentuale di tassazione spettante al Ticino, che è stata fissata fino a un massimo del 70% dell’attuale imposta alla fonte (il Ticino chiedeva l’80%).
 
“Ci è stato spiegato – dice Regazzi - che l’aliquota massima del 70% si basa sul moltiplicatore medio comunale. Se invece, come ha deciso nel novembre scorso il Gran Consiglio, nella tassazione dei frontalieri il Ticino applicherà un moltiplicatore del 100%, l’aliquota scenderà probabilmente sotto il 70%”.
 
Ricordiamo che la decisione di tassare i frontalieri sulla base del moltiplicatore del 100% (oggi 78%) porterebbe nelle casse del cantone una ventina di milioni in più, 8 dei quali verrebbero ristornati all’Italia.
 
Per quanto riguarda l’applicazione dei contingenti decisi con la votazione federale del 9 febbraio 2014, Widmer Schlumpf e i suoi collaboratori non si sono sbilanciati molto, limitandosi a illustrare i possibili scenari. Ma durante l’incontro hanno garantito ai deputati ticinesi che il nuovo accordo sui frontalieri stipulato con l’Italia è il più vantaggioso tra tutti quelli che regolano i rapporti tra i cantoni di frontiera e le altre nazioni confinanti. La deputazione ha chiesto una prova tangibile (contabile) di questa tesi, ma i collaboratori della consigliera federale hanno chiesto fiducia: preferirebbero non rendere pubblico questo confronto, anche per evitare che a Berna arrivino rivendicazioni da parte di altri cantoni.

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