FEDERALI 2023
Mirante e i preoccupanti numeri della povertà: "In Ticino uno su quattro la rischia"
Secondo l'economista, che cita una serie di dati, "non è solo un problema economico; è una crisi di identità nazionale che non può più essere ignorata. I ticinesi devono essere a tutti gli effetti svizzeri"

di Amalia Mirante*

Questa settimana ho partecipato al convegno sulla povertà organizzato da Soccorso d’inverno. È stata una giornata molto importante che ha consentito di parlare di povertà nel nostro Cantone. Una povertà spesso nascosta.  

Immaginate di dover vivere con meno di 2'289 CHF al mese se siete single, o meno di 3'989 CHF se avete una famiglia con due bambini. Queste cifre, stabilite dalla Conferenza Svizzera dell'Istituzione dell'Azione Sociale (COSAS), definiscono la povertà assoluta in Svizzera; una soglia sotto la quale si ritiene che non sia possibile vivere in maniera integrata nella società.

Il quadro diventa ancora più cupo se guardiamo al Ticino, dove quasi un quarto della popolazione è a rischio di povertà. Il concetto di "a rischio di povertà" può sembrare astratto, ma è in realtà molto semplice: se guadagnate meno del 60% del reddito mediano del paese, siete a rischio di povertà. In Ticino, siamo ben sopra la media nazionale del 15%, con un preoccupante 24%. Significa una persona su quattro.  

E non è tutto. Parliamo di deprivazione materiale e sociale. Questo indicatore quantifica le persone che sono costrette a rinunciare a importanti beni, servizi e attività sociali per ragioni finanziarie. La deprivazione materiale e sociale si verifica quando le persone soffrono di 5 mancanze su 13.

Il tasso medio in Svizzera è del 5.2%, mentre da noi sale a 9.6%. Ancora più allarmante è il fatto che il 14% ha almeno un arretrato di pagamento e addirittura il 30% non potrebbe affrontare una spesa improvvisa di 2'500 CHF. E i tristi primati non finiscono qui. Siamo al primo posto per quanto riguarda le persone che dichiarano di non poter cambiare i mobili usati, di non poter spendere una piccola somma di denaro ogni settimana per se stessi come pure di non potersi riunire con la famiglia o gli amici per bere o mangiare qualcosa almeno una volta al mese.

Perché in Ticino la situazione è così grave? Una delle ragioni fondamentali sono i bassi salari nel nostro Cantone che, nel medio termine, si trasformano in rendite pensionistiche inadeguate. Con gli aumenti imminenti del costo della vita, pensiamo ai premi dell'assicurazione malattia, all'energia e agli affitti, la situazione sembra destinata a peggiorare.

Non possiamo permetterci di ignorare queste disparità con il resto della Svizzera. E non basta indignarsi; è tempo di agire. È tempo di adottare politiche mirate che elevino gli standard di vita nel nostro cantone. La povertà in Ticino non è solo un problema economico; è una crisi di identità nazionale che non può più essere ignorata. Le persone che vivono in questo Cantone devono essere a tutti gli effetti “svizzeri”.

*granconsigliere, candidata al Consiglio Nazionale per Avanti, economista

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