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Politica e Potere
24.10.2017 - 17:360
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Accoltellamento al Maghetti, vertice in Municipio: tra le ipotesi anche la chiusura della discoteca. Borradori: "Non accetteremo fatti di tale gravità. Alcune persone che abbiamo incontrato oggi avevano paura di farsi filmare!". Bertini: "Alzeremo la sogl

Alberto Montorfani, segretario della Fondazione Maghetti: "Quanto è successo venerdì notte rappresenta un cambio di paradigma: non si sono picchiati quattro ubriaconi ma quattro criminali"

LUGANO - Tra le misure da adottare verrà valutata anche la chiusura della discoteca che si trova nel Quartiere, il Blu Martini. È questa la notizia saliente emersa al termine dell’incontro tra il Municipio di Lugano e i rappresentanti della fondazione Maghetti dopo i fatti di sangue di venerdì notte.

Insomma, il pugno di ferro promesso dal sindaco, Marco Borradori, potrebbe non essere solo ipotetico. La chiusura della discoteca, del resto, è la principale richiesta giunta dalla fondazione che amministra il Quartiere, come ha anticipato a liberatv il segretario, Alberto Montorfani.

Ma si tratta di una soltanto delle ipotesi (sottolineiamo ipotesi) che il Municipio valuterà nella sua seduta di giovedì. Tra le altre misure c’è un rafforzamento della presenza della polizia nella zona e negli orari sensibili.

“Alcune delle persone che sono venute oggi in Municipio – ha dichiarato il sindaco Borradori durante l’incontro con la stampa avvenuto al termine del vertice – avevano addirittura paura di farsi fotografare o riprendere. Questo episodio ha lasciato il segno. Con questa azione politica il Municipio vuole dimostrare che non è disposto ad accettare supinamente episodi di tale gravità. Quello che si può fare va fatto e lo faremo. L’incontro di oggi è una reazione civile che dimostra che la popolazione non è disposta ad accettare fatti del genere. Detto questo, Lugano resta una città sicura e la polizia fa un ottimo lavoro”.

Gli ha fatto eco il vicesindaco, Michele Bertini, responsabile del Dicastero Polizia: “Lugano è la città più sicura della Svizzera, secondo alcune statistiche federali, ma quando si è primi c’è sempre il rischio del rilassamento. Allora magari non si investe più come si dovrebbe in sicurezza. Fatti come quello accaduto al Quartiere Maghetti sono gravissimi, perché ledono l’immagine di Lugano e la percezione di sicurezza del cittadino. Anche nella sicura Lugano purtroppo accadono scene del genere, in questo caso legate al mondo della notte, e sono atti che sfiorano la tragedia”.

Ma la risposta, ha aggiunto Bertini, “deve essere data su tre livelli - comunale, cantonale e federale - e dai due poteri dello Stato, cioè la politica e la giustizia. Bisogna remare tutti nella stessa direzione per risolvere i problemi alla radice”.

All’incontro era presente anche il segretario della Fondazione Maghetti, Montorfani: “Per la prima volta – ha detto - vedo un modo diverso di affrontare le nostre preoccupazioni da parte del Municipio. E in questo senso si tratta di un nuovo inizio. Non avvertiamo un senso di insicurezza generale, ma quanto è successo venerdì notte rappresenta un cambio di paradigma: non si sono picchiati quattro ubriaconi ma quattro criminali. Non bisogna assolutamente accettare episodi del genere. Il fatto che questo evento sia accaduto nella nostra città e in pieno centro ha creato un moto di delusione e di sgomento. Ribadisco: non è stata una semplice rissa da discoteca. Siamo soddisfatti della reazione del Municipio e ora ci aspettiamo che le misure profilate vengano concretizzate”.

AELLE
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