CRONACA
"Così "gestiamo" l'uragano Sandy dal Ticino"
Gaby Malacrida di Hotelplan: "Abbiamo circa 200 persone a New York. La situazione è sotto controllo"

LUGANO – Uragano vuol dire emergenza. Emergenza vuol dire persone esposte al pericolo. Residenti, certo, ma anche turisti, se nell’occhio del ciclone ci finisce una città come New York. Per le autorità e le diplomazie di tutto il Mondo sono momenti stressanti. E lo sono anche per gli operatori del settore.  

“Ma non è una questione di stress, è semplicemente il nostro lavoro. È senso del dovere”, ci dice Gaby Malacrida portavoce di Hotelplan per il Ticino.

Aggiunge: “Dobbiamo seguire costantemente le notizie per rispondere puntualmente a chi ci chiama: i clienti, i parenti che si preoccupano e i giornalisti”.

Quanti clienti avete attualmente a New York?

“Circa 200 persone come Hotelplan Svizzera. La situazione al momento è sotto controllo. Ogni tre per due riceviamo e-mail di aggiornamento dai nostri collaboratori che sono in Città”

Cosa consigliate ai vostri turisti?

“La cosa più importante è attenersi alle disposizioni dei nostri addetti e a quelle delle autorità locali” 

Quanto preoccupa i parenti una catastrofe naturale come quella annunciata a New York?

“Dipende. Ma in generale fa molta più impressione l’evento politico. Una catastrofe naturale è raccontata allo stesso modo da tutti i media, mentre se si tratta di un avvenimento politico ogni testata mette l’accento su un particolare diverso, e questo può generare confusione e preoccupazione”.

Beh, però se pensiamo allo tsunami del 2004…

“Lo tsunami all’epoca era un evento abbastanza sconosciuto. Nessuno sapeva bene che cosa fosse. Non va poi dimenticato che, fatto unico, dalla tragedia erano toccati almeno tre paesi. E in più era Natale con mete come le Maldive e la Thailandia prese d'assalto. Fu un’emergenza enorme, ricordo che passai tre giorni in ufficio”.

È l’emergenza più grave che ha vissuto?

“Come impatto è stato forse il fatto più grave, anche se ricordo bene anche l’attentato di Luxor. E poi certamente l’11 settembre, per restare a New York”

Ma per capirci, infine: quanto è grande l’allarme per quello che sta vivendo New York in queste ore?

“Guardi, non esiste un livello di gravità. Noi dividiamo le emergenze in tre campi: catastrofe naturale, evento politico, evento legato ai nostri clienti. In generale, più un evento è circoscritto e più è gestibile. Il problema di solito si aggrava quando sono interrotte le comunicazioni” . 

Quindi se l’uragano causa un black out…

“Non me lo dica….certo un black out complicherebbe le cose”.

AELLE  

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