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Cronaca
01.11.2012 - 07:240
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:40

Una ticinese racconta New York dopo la furia di Sandy

Una città al buio e senza riscaldamento. Lunghe colonne sulle strade ai distributori. La solidarietà tra le gente. La madre che ha perso due bambini. La giovane Liv Behre racconta per liberatv.ch la Grande Mela dopo l'uragano

di Liv Behre

NEW YORK - Tornare a casa camminando al buio laddove solitamente l’afflusso di gente non cessa nemmeno di notte. Salire le scale e cercare il buco della serratura con la torcia. Entrare in appartamento e accendere immediatamente più candele possibili. Scaldare l’acqua per la doccia sui fornelli a gas. Senza luce. Senza riscaldamento. Ecco come vivono le persone a Downtown Manhattan in questi giorni.

A sud della 26esima strada tutto è buio e senza calore. Le prossime notti saranno parecchio fredde, e questa situazione potrebbe durare ancora cinque giorni a Manhattan. Molto più a lungo in altre parti di New York come per esempio Queens e Staten Island, dove si parla di almeno dieci giorni.

Proprio il Queens è una parte della città famosa per le case di vacanza estive. Naturalmente molti newyorchesi vogliono verificare lo stato delle loro abitazioni, fatto che causa code inimmaginabili non solo lungo le strade ma anche ai distributori di benzina, che registrano tempi d’attesa di oltre 3 ore.

I marciapiedi di Manhattan sono affollatissimi. La metro e i bus sono fuori servizio fino a domani, quando riprenderanno a viaggiare fino alla 34esima strada. Finché non tornerà la corrente a Downtown, tutta quella parte di New York rimarrà isolata. La gente si sostiene a vicenda e tenta di prenderla positivamente. I vicini si aiutano, i ristoranti e le lobby degli alberghi ospitano coloro che necessitano di corrente per caricare i propri telefoni, computer, qualsiasi cosa.

Si stanno formando delle vere e proprie comunità tra queste persone che a casa non possono stare perché troppo buio, troppo freddo, troppo isolato. Si cerca disperatamente di ricevere qualche informazione da bar e locali con TV, dove per tutto il giorno si vedono le immagini delle conseguenze dell’uragano.

Sandy ha creato sfollati, morti, feriti, e grandi problemi di viabilità. Ha creato disperazione. Le storie che si sentono sono terribili. La più discussa al notiziario al momento racconta di una madre che stava cercando di sfuggire all’acqua con un bambino in braccio e l’altro figlio per mano, in un quartiere di Staten Island, quando la corrente già era venuta a mancare e l’acqua arrivava fino alle ginocchia. L’uragano le ha strappato entrambi i bambini, e al momento le autorità stanno facendo di tutto per ritrovarli. Ma le speranze di ritrovare i corpicini sono poche.

New York City tornerà entro qualche giorno a essere un muscolo pulsante, una mecca del lavoro, del divertimento, la città che non dorme mai. Ma il dolore che Sandy ha causato resterà ancora per molto tempo.

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