Analisi congiunturale dell'ufficio di statistica: la crisi picchia ancora duro sui piccoli commerci, segnali di ripresa per i centri commerciali
BELLINZONA - Il commercio al dettaglio in Ticino, da tempo in una difficile fase congiunturale, annaspa anche nel terzo trimestre dell’anno, immerso nelle cifre rosse. Lo rivela la consueta indagine dell'ufficio di statistica.
L’evoluzione del fatturato segna nuove contrazioni (su base annua) sia a luglio (-3,5%) che a settembre (-1,3%), e solo una lieve ripresa ad agosto (+0,3% riferito però allo stesso mese dello scorso anno quando il settore registrava un -6,2%). Risultati sui quali pesano il calo dell’afflusso di clienti denunciato a settembre dal 48% degli intervistati (a fronte dell’aumento avvertito dal 18%) e la flessione del quantitativo di vendite trimestrali accusato dal 45% dei negozianti (a dispetto del 12% che rileva un incremento).
Inoltre, il volume delle scorte, in contrazione rispetto ai valori dello scorso anno, è complessivamente giudicato elevato, mentre il numero di occupati, sceso del -1,1% su base annua, è ritenuto adeguato a ottobre. In questo contesto ne risentono gli utili trimestrali, in diminuzione secondo il 40% dei negozianti (a dispetto dell’aumento avvertito dall’11%), e la situazione degli affari, giudicata cattiva dal 35% degli interpellati, né buona né cattiva dal 55% e buona dal 10%.
Negozi piccoli
Come riscontrato nei periodi precedenti, sono soprattutto i piccoli negozi a patire maggiormente le ripercussioni negative della fase congiunturale ostile. Il comparto seguita a registrare contrazioni del fatturato: a luglio -2,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, ad agosto -2,0% e a settembre -1,1%. La metà dei punti vendita lamenta una diminuzione su base annua dell’afflusso so di clienti (il 17% ne dichiara un aumento), così come il 60% soffre un calo del quantitativo di vendite trimestrali (a fronte del 13% che segna un incremento). Il volume delle scorte, in flessione rispetto allo scorso anno, è ancora giudicato complessivamente eccessivo, mentre l’occupazione, stabile su base annua, è giudicata ad un livello adeguato. Dinamica avversa che pregiudica sia l’evoluzione degli utili trimestrali (in diminuzione secondo il 46% degli esercenti, in aumento per il 12%) che la situazione degli affari, giudicata cattiva dal 49% degli interpellati, né buona né cattiva dal 47% e buona solo dal 4%.
Le prospettive espresse dagli operatori restano pessimistiche: a tre mesi si delineano diminuzioni della cifra d’affari e del numero di occupati; a sei mesi un ulteriore peggioramento dell’andamento degli affari.
Negozi medi e grandi
Di altro tenore i dati sfoggiati dalle superfici commerciali di media e grande entità, che nel corso del terzo periodo dell’anno lasciano filtrare qualche speranzoso raggio di sole. L’evoluzione del fatturato, dopo la contrazione su base annua avvertita nel mese di luglio (-4,3%), mette a segno cifre in lieve ripresa ad agosto (+1,2%) e a settembre (+1,6%) che, per ora, ossigenano il comparto. Tuttavia, la debole ripresa dell’afflusso di clientela (avvertita soprattutto nel mese di agosto) non è ancora sufficiente a innescare la crescita del quantitativo di vendite trimestrali, che tende a stagnare. Parallelamente, il volume delle scorte, in diminuzione rispetto ai valori dello scorso anno, è ancora valutato eccessivo, mentre l’occupazione è giudicata globalmente a un livello adeguato. In un contesto in cui gli utili trimestrali sono ancora in flessione (saldo a -12), la situazione degli affari è ora giudicata complessivamente buona (saldo +12).
In prospettiva, con il periodo natalizio alle porte, i commercianti sono fiduciosi circa il consolidamento dei segnali positivi avvertiti nel corso di questo periodo. Per i prossimi tre mesi si attendono un aumento delle vendite e un incremento dell’impiego, a sei mesi un miglioramento della situazione degli affari.
Il commento di Paolo Poretti (vicepresidente Federcommercio)
Neanche il terzo trimestre del 2012 ha fatto registrare la tanto attesa svolta, soprattutto per quanto concerne i piccoli commercianti, che continuano a soffrire. I dati rilevano solo un timido miglioramento nella media e grande distribuzione, non sufficiente a sconfessare il declino settoriale. Complessivamente, la situazione peggiora e lo fa rispetto ai valori del 2011, quando il settore fu investito dalla “bufera” generata dalle fluttuazioni di cambio Fr./Euro, che misero a dura prova il commercio al dettaglio ticinese e in particolare quello di frontiera. Sebbene la successiva stabilizzazione del cambio abbia di fatto conferito maggiore equilibrio al rapporto tra i prezzi a cavallo del confine, il contesto economico resta turbolento e pertanto la propensione al consumo rimane relativamente bassa. Per i prossimi mesi è molto difficile fare delle previsioni, ma non c’è da aspettarsi un rilevante cambiamento della tendenza riscontrata nel recente passato. La situazione rimane molto difficile, in particolare per i piccoli negozi. La speranza è rivolta verso un florido periodo natalizio, che come da tradizione rappresenta un parte molto importante delle vendite annuali.