"Ho chiesto di modificare una copertina che avrebbe urtato la sensibilità della stragrande maggioranza dei ticinesi"
CANOBBIO - "Respingo al mittente le accuse di "censura" e di "ingerenza nella linea editoriale"". Lo mette subito in chiaro Saverio Lurati, presidente del Consiglio di Amministrazione della tipografia Aurora e del PS: il suo intervento che ha bloccato l'ultimo numero del Diavolo che ritrare Bendetto XVI in un sacco di spazzatura non è un intervento per limitare i diritto di satira, non è censura.
Ma ecco le risposte affidate a un comunicato stampa al direttore del Diavolo Corrado Mordasini: "Con il mio intervento, condiviso dall'intero Consiglio di amministrazione, ho chiesto alla redazione di modificare una copertina che ritraeva Benedetto XVI in modo altamente irrispettoso e che sicuramente avrebbe urtato la sensibilità della stragrande maggioranza della popolazione ticinese. Questo a sole due settimane dall'uscita di un numero del Diavolo che per l'immagine di prima pagina aveva suscitato aspre e giustificate polemiche" punto primo.
Punto secondo: "Non si è trattato di un intervento volto a limitare la libertà di espressione o il diritto alla satira, che sono principi sacrosanti ma che non devono essere sistematicamente evocati quale giustificazione al fine di oltrepassare costantemente un limite che deve essere essenzialmente legato al buon senso".
Terzo: "Da quando sono presidente del Consiglio d'amministrazione (da oltre sei anni) - scrive Lurati - è la prima volta che mi capita di dover intervenire per bloccare la stampa di un giornale, ma ho dovuto farlo perché in gioco vi era il rispetto delle persone e delle loro sensibilità che pure sono valori per noi importanti".