Oggi il sindaco di Vico Morcote scriverà al Governo per comunicare la decisione. "Dimettermi? Vedremo alla fine dell'inchiesta. Intanto ho rimborsato 130'000 franchi"
di Marco Bazzi
VICO MORCOTE – Luido Bernasconi, ha deciso di auto-sospendersi dalla carica sindaco di Vico Morcote. E ha fatto benissimo. L’atto formale sarà compiuto in giornata con una lettera al Consiglio di Stato.
“Ho fatto una cavolata – ammette – e non voglio intralciare il lavoro dei miei colleghi e nemmeno creare tensione nel mio Comune. Comunque ho già rimborsato il dovuto: circa 130'000 franchi”.
Potrebbe fare un passo in più: dimettersi. Ma lui preferisce attendere la conclusione dell’inchiesta penale: “Per dimettersi c’è sempre tempo”, dice.
Al di là degli aspetti penali, il problema è in questo caso puramente politico. Rispetto alle dichiarazioni della prima ora rilasciate a liberatv (non intendo né sospendermi né, tantomeno, dimettermi), Bernasconi ha quindi cambiato radicalmente linea. La questione dell’opportunità politica appare chiara anche a lui.
Se un cittadino qualunque non paga le imposte per quindici anni, lo “Stato” – Confederazione, Cantone o Comune che sia – intraprende nei suoi confronti azioni di “recupero” che vanno dal precetto esecutivo al pignoramento dei beni e che, inevitabilmente portano al fallimento personale, procedura che si conclude con un attestato di carenza beni.
Ora, Luido Bernasconi non è un cittadino qualunque: è il sindaco di Vico. Da mercoledì è accusato di amministrazione infedele in quanto, grazie alla complicità dell’ex segretario del Comune, non ha pagato le imposte comunali per una quindicina d'anni. Ma lui precisa che gli anni di arretrati cresciuti in giudicato sono al massimo 8 e non 15, in quanto non ho ancora la tassazione definitiva degli ultimi quattro anni.
I fatti sono accertati e ammessi da entrambi gli indagati, pur con tutte le attenuanti possibili. Non c’è quindi bisogno di attendere condanne, ricorsi e sentenze definitive per tirare politicamente le somme di questa vicenda. E Luido Bernasconi lo sta, giustamente, facendo.
Ogni persona può avere problemi di liquidità. E in casi del genere il Fisco, che non è un elemento tirannico e opprimente dello Stato, ma semplicemente il servizio incaricato di riscuotere le imposte per ridistribuirle a beneficio della società, concorda con il debitore un piano di dilazione dei pagamenti. Ovvio, il piano di “rientro” deve avere un orizzonte temporale ragionevole: ma non quindici anni, anche perché poi subentra la prescrizione fiscale.
Il sindaco Bernasconi ha avuto evidentemente problemi di liquidità ma, invece di cercare una soluzione col fisco, ha optato per una “soluzione casalinga”. Per amicizia e forse anche per deferenza, il segretario ha omesso di avviare procedure esecutive nei suoi confronti, anche se, dice Bernasconi, dei miei arretrati erano informate anche altre persone, “e la contabilità relativa alla mia posizione fiscale era regolarmente riportata nei bilanci del Comune. Non ho nascosto nulla e nemmemo sottratto nulla alle casse comunali”.
Intanto, ieri mattina a Vico Morcote si sono presentati i funzionari della Sezione Enti locali e hanno prelevato diversi documenti contabili. Quindi, anche l’autorità di vigilanza ha aperto una procedura di verifica.
Il rimborso degli arretrati che il sindaco dice di aver provveduto a effettuare non cancella il problema politico, ma inciderà sicuramente sulla commisurazione della pena: Bernasconi se la caverà probabilmente con un decreto d’accusa ed eviterà il processo pubblico. L'inchiesta dovrebbe chiudersi molto velocamente, forse già settimana prossima, con una decisione del Ministero pubblico.